Roma, 4 marzo – Epidemia: questa la parola ormai associata all’obesità, condizione di cui soffrono più di un miliardo di persone nel mondo. Secondo l’analisi globale pubblicata sulla rivista The Lancet il 29 febbraio scorso, alla vigilia della Giornata mondiale dell’obesità che si celebra oggi, riferita a dati del 2022, sono 159 milioni i bambini e gli adolescenti obesi e 879 milioni gli adulti. Per un totale, appunto, di un miliardo e milioni di persone, un numero che secondo gli autori della ricerca è in costante aumento.
“È importante prevenire e gestire l’obesità dalla prima infanzia all’età adulta, attraverso dieta, attività fisica e cure adeguate, se necessario” osserva il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus (nella foto). Per affrontare il fenomeno, aggiunge, “è necessario il lavoro di governi e comunità, supportati dall’Oms e delle agenzie nazionali di sanità pubblica. Serve la collaborazione del settore privato, che deve essere responsabile degli impatti sulla salute dei loro prodotti”.
La diffusione dell’obesità nei bambini è un problema particolarmente sentito in Italia, che – ricorda un lancio dell’Ansa – l’ultimo rapporto dell’Ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità su obesità e infanzia colloca al quarto posto in Europa per prevalenza di sovrappeso e obesità. Un po’ di numeri: nel nostro Paese, quasi la metà dei bambini tra i 5 e i 9 anni (42%) è obeso o in sovrappeso, uno dei dati peggiori in Ue (dove la media è del
29,5%). La situazione non migliora particolarmente tra bambini e ragazzi di 10 – 19 anni (31,2%, media Ue al 24,9%), che in molti casi (6 su 10) non mangiano ogni giorno né frutta né verdura, non praticano abbastanza sport (95%) e utilizzano i device digitali almeno 2 ore al giorno (70%). Sintetizzando in un solo dato, circa un bambino su tre è sovrappeso o obeso: non è solo un campanello d’allarme, è la lacerante sirena che annuncia l’attacco in forze di un temibile nemico, soprattutto perché all’obesità è associato un maggiore rischio di scivolare nel diabete.
“Un bambino obeso ha il 75%-80%di probabilità di diventare un adulto obeso ad alto rischio di diabete” osserva al riguardo Angelo Avogaro, presidente della Società italiana di Diabetologia. La correlazione è così alta e stretta da aver portato al conio di una nuova unica parola che riassume entrambe le condizioni, “diabesità”.
Il primo autore della ricerca pubblicata su The Lancet, Majid Ezzati dell’Imperial College di Londra (nella foto), rileva che “è molto preoccupante che l’epidemia di obesità abbia colpito anche i bambini in età scolare e gli adolescenti, mentre centinaia di milioni soffrono ancora di sottonutrizione. È vitale migliorare significativamente la disponibilità di cibi sani e nutrienti e renderli accessibili”.
I dati rilevati dallo studio di The Lancet indicano che dal 1990 al 2022 la percentuale dei bambini e gli adolescenti obesi nel mondo è più che quadruplicata tra le ragazze (dall’1,7% al 6,9%) e tra i ragazzi (dal 2,1% al 9,3%). È un aumento che si riscontra in quasi tutti i Paesi, osservano gli autori della ricerca. Bambini e adolescenti colpiti da obesità sono passati dai 31 milioni del 1990 a quasi di 160 milioni nel 2022. Di questi, le ragazze sono 65 milioni e i ragazzi 94 milioni.
Nello stesso periodo l’obesità è aumentata anche negli adulti: passando da 195 milioni (128 milioni di donne e 67 milioni di uomini) a quasi 880 milioni (504 milioni di donne e 374 milioni di uomini).
Sempre dal 1990 al 2022 la popolazione sottopeso è diminuita di circa un quinto tra le ragazze (dal 10,3% all’8,2%), e di oltre un terzo tra i ragazzi (dal 16,7% al 10,8%) ed è più che dimezzata negli adulti, passando dal 14,5% al 7% nelle donne; e dal 13,7% al 6,2% negli uomini.