Roma, 14 maggio – Il farmacista da sempre rappresenta una figura di riferimento e ascolto per il cittadino, ruolo enfatizzato dall’emergenza Covid del 2021-22, in particolare all’esordio della pandemia, quando le farmacie furono per settimane l’unico presidio accessibile per la miriade di italiani spaventati dalla terribile e sconosciuta minaccia che si era materializzata anche nel nostro Paese, senza che nessuno, a qualsiasi livello, avesse strumenti per affrontarla o anche solo parole per spiegare.
L’esempio è più che sufficiente per rimarcare quella che – grazie al suo capillare radicamento nel territorio e alla relazione fiduciaria costruita nel tempo con i cittadini – è la caratteristica, a un tempo sanitaria e sociale, che più e meglio distingue il farmacista: il suo ruolo di sentinella e di interprete dei bisogni di salute di una comunità, di un territorio. Pochi sono in grado, come il farmacista di comunità, di vigilare e cogliere i segni di eventuali anomalie in termini di salute pubblica. E ciò vale, ovviamente, anche per uno dei fenomeni socialmente e sanitariamente più rilevanti (purtroppo nel male) dei nostri tempi, le tossicodipendenze. Un fenomeno che, nel tempo, è diventato proteiforme e non è più (solo) quello dei tossici che nella meno dannosa delle ipotesi irrompevano in farmacia reclamando “una spada e un’acqua” e, nella peggiore, la utilizzavano come bancomat rapinando i soldi necessari per acquistare la dose.
Oggi il fenomeno sembra ricevere meno attenzione dal sistema mediale, ma se è possibile si è esteso e aggravato rispetto anche agli ultimi decenni del secolo scorso e al primo di questo, diventando sempre più pervasivo, grazie soprattutto alla crescita esponenziale dell’offerta di droghe, in quantità e qualità, favorita dalla circolazione sommersa nel web. In altre e più semplici parole, la tossicodipendenza è una minaccia che non solo non accenna a diminuire, ma semmai tende a crescere e aggravarsi.
Qualche numero: nel 2022 sono state assistite nei 573 Servizi pubblici per le dipendenze, 129.259 persone dipendenti da sostanze (su un totale di 242.373 contatti). Di questi il 13,5% sono nuovi utenti mentre il restante 86,5% quelli già in carico o rientrati dagli anni precedenti.
Sul fronte dei consumi di sostanze, il 63% dell’utenza utilizza principalmente oppiacei. L’eroina, rimane la sostanza primaria più usata dai pazienti in trattamento, mentre tra i nuovi utenti, la cocaina è la sostanza primaria d’abuso nel 38,5% dei casi.
La cocaina è la sostanza stimolante illecita più comunemente usata in Europa, utilizzata da circa 3,7 milioni (1,3%) di adulti europei nell’ultimo anno. Segnalata nel 27% dei casi, la cocaina è stata la sostanza più comunemente associata a ricoveri per intossicazione acuta nei Pronto soccorso ospedalieri nel 2021. E sempre nel 2021 ci sono state circa 7.500 voci di trattamenti correlate al crack.
Ma, come già affermato, nuove sostanze invadono il campo: è di pochi giorni fa l’allerta di terzo grado trasmesso dal ministero della Salute, con la richiesta di potenziare la vigilanza su eventuali furti di farmaci contenenti Fentanyl e suoi derivati. Una richiesta che è stata espressamente rivolta anche alle farmacie, oltre agli ospedali e ai depositi farmaceutici, e di rilevare eventuali sintomi sospetti nei pazienti, Nel 2021 in Europa sono state sequestrate 5444 compresse di Fentanyl, che ha provocato 140 decessi. Negli USA, come è ben noto, l’abuso dell’antidolorifico macina numeri da flagello biblico: gli ultimi dati riferiscono di 75mila morti all’anno, dopo l’allucinante picco (110 mila vittime) registrato nel 2022.
Siamo fortunatamente lontanissimi da quei numeri da epidemia, ma i segnali di una penetrazione degli oppioidi sintetici anche in Europa e nel nostro Paese si fanno sempre più preoccupanti, tanto che il ministro della Salute ha sottolineato – come oltre a una campagna di informazione rivolta ai giovani – è necessario un piano di formazione per gli operatori sanitari, affinché siano in grado di riconoscere le persone che magari sono in overdose per uso di Fentanyl o oppiacei sintetici.
Il minimo comun denominatore della lunga premessa è il ruolo di vigilanza del farmacista, professionista di salute del territorio, sull’uso e il consumo delle sostanze di abuso. Ed è proprio su questo specifico tema che Sapienza Università di Roma e Fondazione di Noopolis hanno voluto promuovere organizzare un convegno, che si terrà il 16 maggio prossimo alle ore 15 nell’Aula Magna del Dipartimento di Chimica e Tecnologie del Farmaco del primo ateneo della Capitale. L’obiettivo è appunto quello di far luce sul possibile ruolo del farmacista, indagando anche le modalità e gli strumenti attraverso i quali – con la discrezione e la delicatezza necessari – egli possa fornire supporto e aiuto alle persone con problemi di dipendenza da sostanze d’abuso, indirizzandole verso le strutture loro dedicate sul territorio. Ma l’intento è anche quello di approfondire il problema Fentanyl e derivati, chiarendo intanto tutto quel che deve essere chiarito ai fini di una corretta e vigile detenzione e dispensazione di queste sostanze e – con l’aiuto di esperti in ordine pubblico – cercando di capire quali eventuali misure e protocolli comportamentali possano essere messi in atto per proteggersi dal rischio di furti.
Di primissimo piano speaker e relatori della giornata di lavori: gli interventi – aperti da Giuseppe Guaglianone, vicepresidente dell’Ordine di Roma e presidente di Fondazione Noopolis – saranno infatti tenuti dai professori Mariangela Biava (nella foto), vicepreside della Facoltà di Farmacia e Medicina della Sapienza, Carlotta Marianecci, ordinario di Tecnologia e Legislazione farmaceutiche sempre alla Sapienza e Bruno Silvestrini, professore onorario di Farmacologia nello stesso ateneo. Seguiranno il direttore dell’Ufficio centrale Stupefacenti del Ministero della Salute Maria Grazia Leone, il direttore della Uoc Serd Asl Roma 4 Giuseppe Barletta e gli esperti degli aspetti della tossicodipendenza collegati al crimine, l’ufficiale farmacista della riserva selezionata dell’Arma dei Carabinieri Umberto Paolucci e il capitano del Nucleo dei Carabinieri NAS di Roma Roberto La Catena.
Per ulteriori informazioni: info@noopolis.eu