Roma, 23 maggio – “L’impatto del Long Covid sullo stato di salute si sta mostrando rilevante dal punto di vista del Servizio sanitario nazionale, con il rischio di nuovo ricovero o di visite mediche che raddoppia in chi ha avuto l’infezione e oltre 4.700 morti stimate proprio a causa degli effetti a distanza di mesi dell’infezione acuta”.
A segnalarlo è l’Istituto superiore di sanità (Iss), che ieri, 22 maggio, ha promosso un convegno in occasione della chiusura del progetto del ministero della Salute, coordinato dall’Iss, Analisi e strategie di risposta agli effetti a lungo termine dell’infezione Covid-19 (Long Covid)‘.
Per Graziano Onder, docente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e coordinatore del progetto (nella foto), è importante “incrementare le conoscenze e uniformare l’approccio al trattamento del Long Covid, assicurare una forte coesione tra tutti gli stakeholder, raccogliere le esperienze territoriali e promuovere l’utilizzo di linguaggi e strumenti comuni nella risposta e nel contrasto alla pandemia, in considerazione del numero importante di persone colpite da Covid 19 che presentano, a distanza di settimane e mesi dal termine dell’infezione acuta, un complesso eterogeneo di manifestazioni cliniche sub-acute e croniche che precludono un pieno ritorno al precedente stato di salute”.
Secondo studi recenti, fino al 45% di chi sopravvive a un’infezione da Sars CoV 2 ha esperienza di almeno un sintomo non risolto dopo 4 mesi, con una prevalenza più alta in chi è stato ricoverato.
Le dimensioni del fenomeno Long Covid sono state valutate in pazienti residenti nelle regioni Friuli Venezia Giulia, Toscana e Puglia su oltre 7 milioni di assistiti. I risultati hanno mostrato che, in chi ha contratto il Covid, il numero di nuovi ricoveri ospedalieri e di visite mediche nei 6 mesi seguenti l’infezione è raddoppiato come conseguenza del Long Covid e il numero di prestazioni diagnostiche è triplicato. Secondo i dati elaborati congiuntamente da Iss e Istat, presentati sempre al convegno, inoltre, nel 2020 e 2021 sono stati registrati 4.752 decessi associati a questa condizione.
Il progetto del ministero, iniziato nel dicembre 2021, è coordinato da Onder e coinvolge Ars Toscana, Aress Puglia, Azienda sanitaria universitaria Friuli Centrale, gli Irccs della Rete delle neuroscienze e neuroriabilitazione, della Rete aging e della Rete cardiologica, e l’università Cattolica del Sacro Cuore. Scopo del convegno: presentare i risultati del progetto, articolati in varie attività fra cui la definizione dello spettro clinico e delle dimensioni del problema Long Covid, la produzione di raccomandazioni cliniche per l’assistenza ai pazienti con la sindrome post virus, la disseminazione di informazioni e la formazione sul tema, e la definizione di una rete nazionale di centri di assistenza clinica.
Sul sito dell’Iss sono anche disponibili i risultati di un censimento dei centri clinici di assistenza Long Covid sul territorio nazionale, che ha raccolto informazioni sui numeri, sulle caratteristiche e sulla distribuzione di questi centri, ma anche sulla tipologia di assistenza fornita e l’organizzazione dei servizi, mostrando che la maggioranza dispongono di competenze multidisciplinari, buona integrazione con le cure primarie e uso di tecnologie e strumenti multidimensionali.
L’elenco dei centri attivi sul fronte Long Covid è disponibile sul sito dell’Istituto a questo link ed è aggiornato a gennaio 2024. Le attività di diffusione e formazione hanno inoltre incluso tre webinar e un corso di Fad (Formazione a distanza) sul nuovo scenario clinico rappresentato dal Long Covid, a cui hanno preso parte oltre 14.000 partecipanti.