Roma, 27 maggio – Prosegue l’interlocuzione dell’Ordine di Roma con le altre professioni della sanità per avviare e sostenere percorsi comuni finalizzati a migliorare le competenze e offrire un’assistenza di prossimità di qualità ai pazienti. Un’ulteriore testimonianza dell’impegno in questa direzione – l’unico possibile per realizzare la sinergia tra professionisti del territorio che è condizione necessaria per sviluppare e migliorare la sanità primaria – è arrivata dal I Congresso regionale dell’Ordine dei Fisioterapisti del Lazio, tenutosi all’Auditorium della Tecnica a Roma sabato scorso, 25 maggio.
Un evento ruotato intorno a quattro parole-valori: equità, prossimità, umanizzazione e sostenibilità, declinate in una prospettiva di sanità integrata, che non può che passare (come peraltro riconoscono lo stesso Pnrr e il Dm 77) dallo sviluppo di un’assistenza di prossimità strutturata, funzionale ed efficiente che deve necessariamente fondarsi sulla valorizzazione delle professioni sanitarie sanitarie del territorio e sulla loro fattiva interazione e collaborazione finalizzata a rispondere ai bisogni di salute del paziente, che deve essere il centro del sistema sanitario.
Un “filo rosso”, quello dell’evento congressuale di Ofi Lazio, presieduto da Annamaria Servadio (nella foto), che ha voluto contribuire a rafforzare, aggiungendo un trefolo, anche Giuseppe Guaglianone, vicepresidente dell’Ordine dei Farmacisti di Roma, intervenuto ai lavori.
Guaglianone ha richiamato la nuova realtà della farmacia italiana, sancita legislativamente a partire dal decreto legislativo n. 153/2009 e poi precisata nel tempo con ulteriori, successivi provvedimenti: la farmacia è ormai intesa come “presidio socio-sanitario polivalente” che “assolve appieno alla necessità della popolazione aumentando la fruibilità dei Livelli essenziali di assistenza” (Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2019, prot. n. 167). Un presidio dove è prevista “la possibilità da parte di infermieri e fisioterapisti di effettuare talune prestazioni professionali”, essendo il ruolo della farmacia “non più astretto nella funzione ‘commerciale’ dierogazione dei farmaci”, ma più vastamente definibile quale “centro socio-sanitario polifunzionale a servizio delle comunità nonché come punto di raccordo tra ospedale e territorio e front office del Servizio sanitario nazionale”.
È da questa nuova realtà, ha affermato Guaglianone (nella foto), che bisogna partire per riorganizzare il sistema sanitario nel territorio e inserire i farmacisti come parte attiva dell’assistenza sanitaria distrettuale, avviando la necessaria collaborazione con tutte le figure professionali della prossimità, fisioterapisti inclusi.
Al riguardo, il vicepresidente dell’Ordine dei farmacisti romano ha ricordato che nello scorso mese di gennaio è stato firmato il protocollo d’intesa tra Fofi e Fnofi che delinea una comunione di intenti, “a cui dovranno seguire protocolli operativi sia tra le rispettive federazioni sia tra gli ordini provinciali e regionali per stabilire la tipologia dettagliata delle prestazioni, le modalità di effettuazione e un tariffario minimo a garanzia della qualità della stessa prestazione. Prestazioni” ha precisato Guaglianone “che dovranno essere riconosciute dal Ssn in un ottica di convenzionamento o di accreditamento della farmacia, che permetteranno di ampliare l’offerta sanitaria, migliorare i tempi di attesa e garantire l’utilizzo di tecnologie avanzate, contribuendo cosi, senza alcun dubbio, al miglioramento complessivo dei servizi offerti dal Ssn”.
Una visione, quella proposta da Guaglianone, del tutto coincidente con quella emersa dai lavori del congresso dei fisioterapisti del Lazio, una comunità professionale che non vuole perdere l’opportunità di riflettere e confrontarsi per tracciare le traiettorie del futuro della professione.