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mercoledì 19 Marzo 2025
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Pediatri, ondata di quinta malattia fra i bimbi, ma il vero allarme resta la pertosse

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Roma, 30 maggio –  La cosiddetta quinta malattia (o megaloeritema infettivo), infezione benigna dell’età infantile causata dal parvovirus B19 caratterizzata da un esantema facciale che conferisce un aspetto di “guance schiaffeggiate”,  non vanta certamente la notorietà del morbillo o della rosolia, ma sono sempre di più i genitori italiani che in queste ultime settimane sono costretti a “familiarizzare” in diverse parte d’Italia (in particolare Lombardia, Liguria e Campania) con questa malattia esantematica altamente contagiosa.

I sintomi rivelatori sono le guance che si colorano in maniera repentina di rosso fuoco, senza altri segnali di preavviso, e una distesa di puntini che spesso invadono altre aree del corpo, in particolare le braccia.  “A Milano come a Napoli, nelle ultime settimane c’è stata un’ondata epidemica di quinta malattia” spiega all’Adnkronos Salute Antonio D’Avino (nella foto), presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp), che però evita ogni tono allarmistico: “Nessun allarme, perché è un’infezione benigna. Semmai quello che preoccupa noi pediatri in questi mesi è l’allerta pertosse, malattia infettiva che è più pericolosa perché sotto l’anno di vita può portare all’ospedalizzazione e purtroppo anche all’esito fatale”. I medici hanno osservato quest’anno un rialzo significativo dell’infezione e proprio per questo il presidente dei pediatri  coglie l’occasione “per lanciare un appello alla vaccinazione”.

A proposito della quinta malattia – che sta colpendo in questi giorni soprattutto nelle comunità di bimbi, come le classi delle scuole dell’infanzia – D’Avino è prodigo di informazioni rassicuranti: “Il parvovirus  B 19 che la provoca davvero non crea problemi particolari. E come la stragrande maggioranza delle malattie esantematiche, la quinta malattia richiede solo una terapia sintomatica: se dovesse esserci febbre si utilizza l’antipiretico, se dovesse esserci prurito l’antistaminico. Ma la maggioranza dei bambini ne esce senza aver bisogno di nessuno dei due farmaci. Insomma, non ci deve essere nessun tipo di particolare preoccupazione”.

L’esantema, precisa il pediatra, “comincia al volto, è un esantema facciale, e l’infezione si trasmette per via aerea, attraverso le goccioline respiratorie”. Poi i puntini “compaiono anche in altre parti del corpo: braccia, tronco”.

Se c’è un problema, è che l’ne(come attesta il boom di questi giorni) è favorita proprio dall’assenza di sintomi, che favorisce il contagio silenzioso e veloce negli asili. Ma l’esantema – rassicura ancora D’Avino – diventa solo un ricordo “nel giro di una settimana al massimo. Il rossore si attenua fino a scomparire del tutto”.

Bisogna però sapere e tenere presente, spiega ancora il presidente della Fimp, che “tutte quelle condizioni che fanno affluire più sangue alla periferia, alle guance e alle braccia, con un fenomeno che si chiama vasodilatazione, possono accentuare l’esantema. Quindi, per esempio, l’esposizione al sole o ad alte temperature”. Da qui l’indicazione di evitare di  esporre i piccoli nella fase clou. Si tratta poi solo di aspettare, consapevoli che quando compare l’esantema la faccenda si avvia ormai a conclusione. “Come nella maggior parte delle malattie esantematiche, infatti, la fase di contagio è pre-esantematica, prima che compaiano le macchie, diciamo” precisa D’Avino. “Nel momento in cui sono comparse le macchie, praticamente il bambino può anche essere riammesso a scuola”.

Segnalazioni di un numero di casi di quinta malattia arrivano come già anticipato  dalla Lombardia e dalla Liguria, “dove è una situazione abbastanza diffusa”, evidenzia il pediatra. “Anche in Campania, per esempio, in questo momento abbiamo un’epidemia di parvovirus B19. Si è verificata nelle scorse settimane e sta andando avanti. Anche in questa settimana io personalmente ho visto almeno 3-4 bambini affetti proprio dal megaloeritema epidemico”.

Ma per D’Avino, è molto più preoccupante il problema della pertosse, causata dal batterio Bordetella pertussis, della quale si registra una recrudescenza  dei casi “anche nei bambini molto piccoli” sottolinea lo specialista, che raccomanda di vaccinarli, “soprattutto nelle dosi di richiamo che avvengono a 16 anni, a 26 anni, ogni 10 anni. E’ opportuno che questo batterio circoli il meno possibile, perché se circola e colpisce i lattanti, questi possono andare in ospedale. E purtroppo ci sono stati dei neonati morti per la pertosse, per una malattia prevenibile col vaccino”.

Per D’Avino la recrudescenza di pertosse è dovuta in  buona parte al fatto che non si vaccinano nelle dosi di richiamo i bambini e gli adolescenti. Ma, spiega, c’è anche un problema importante sulle donne in gravidanza: “Quelle che non hanno un sistema immunitario che presenta gli anticorpi devono essere vaccinate” afferma il presidente dei pediatri. “Va mantenuto uno stato immunitario tale da non favorire l’infezione. In questo momento mi sembra che stia andando un po’ meglio, qualche mese fa è stata la fase più intensa. Occorre comunque tenere sempre alta l’attenzione”.

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