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martedì 10 Dicembre 2024
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Gonorrea, aumenta la resistenza antimicrobica, opzioni di trattamento sempre meno efficaci

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Roma, 11 giugno – In un comunicato diffuso ieri, l’Ecdc rilancia le preoccupazioni contro la sempre più grave minaccia dell’Amr, la resistenza dei batteri ai farmaci, con particolare riferimento alla gonorrea, la seconda più diffusa infezione sessualmente trasmessa (Ist) del mondo, sempre più difficile da trattare dopo l’irruzione sulla scena di ceppi di batteri Neisseria gonorrhoeae resistenti al ceftriaxone, l’antibiotico raccomandato per il trattamento della malattia.

I ceppi – spiega il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – hanno mostrato anche un’ampia resistenza ai farmaci (Xdr) e una resistenza multifarmaco (Mdr), limitando ulteriormente le opzioni di trattamento.

Nel 2022, 4.396 isolati da pazienti con diagnosi di gonorrea sono stati sottoposti da 23 Paesi europei al Programma europeo di sorveglianza antimicrobica gonococcica (Euro-Gasp). La percentuale di isolati resistenti all’azitromicina è aumentata significativamente. crescendo di più di 11 punti percentuali in solo tre anni: dal 14,2% nel 2021 è infatti passata al 25,6%.  L’azitromicina è spesso utilizzata con ceftriaxone per trattare la gonorrea, cosa che rende  il risultato particolarmente preoccupante.

Anche la resistenza alla ciprofloxacina è aumentata, con il 65,9% degli isolati che hanno mostrato resistenza nel 2022, rispetto al 62,8% nel 2021. Sebbene la resistenza alla cefixime rimanga bassa allo 0,3%, il monitoraggio continuo è fondamentale, in particolare perché i ceppi gonococcici resistenti a cefixime e ceftriaxone si stanno diffondendo a livello internazionale.

Nel 2022 sono stati segnalati un totale di 70.881 casi confermati di gonorrea in 28 Paesi dell’Unione e dello Spazio economico europeo, con un aumento del 48% rispetto al 2021. Il tasso di notifica per l’Ue/See nel 2022 è il più alto registrato da quando è iniziata la sorveglianza europea delle infezioni sessualmente trasmissibili nel 2009.

Sebbene la maggior parte delle infezioni da gonorrea nell’Ue/See rimangano curabili con gli antibiotici attualmente raccomandati, la tendenza a crescere della resistenza sono preoccupanti e richiede una maggiore vigilanza. L’aumento dei ceppi resistenti può compromettere l’efficacia delle opzioni terapeutiche esistenti, ponendo una sfida significativa per la salute pubblica fino a quando non saranno disponibili nuove opzioni terapeutiche.

Per affrontare queste minacce, l’Ecdc raccomanda una sorveglianza rafforzata, continua e ampliata di qualità garantita della sensibilità antimicrobica, per rilevare e monitorare tempestivamente i modelli di resistenza: Ma chiede anche una revisione e un aggiornamento periodici delle linee guida terapeutiche basate sui più recenti dati di sorveglianza sulla resistenza antimicrobica, per garantire le opzioni terapeutiche più efficaci. Investire nello sviluppo di nuovi trattamenti antimicrobici e regimi alternativi è fondamentale per stare al passo con l’evoluzione della resistenza.

L’Ecdc raccomanda inoltre di rafforzare le iniziative di sanità pubblica volte a prevenire la diffusione della gonorrea, compreso un maggiore accesso ai servizi diagnostici, nonché di promuovere la cooperazione internazionale per aiutare a monitorare e controllare la diffusione di ceppi resistenti oltre confine.

Il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie comunitario sottolinea quindi  l’importanza della prevenzione nel frenare la diffusione della gonorrea e nel mitigare il rischio di resistenza antimicrobica. Promuovere pratiche sessuali più sicure, compreso l’uso coerente e corretto del preservativo durante il sesso vaginale, anale e orale, è fondamentale per ridurre la trasmissione.

Anche i test per le infezioni a trasmissione sessuale e il trattamento precoce sono fondamentali. Inoltre, l’uso prudente degli antimicrobici è essenziale per rallentare lo sviluppo e la diffusione di ceppi resistenti. Ciò include l’adesione alle linee guida terapeutiche raccomandate, l’evitare l’uso non necessario di antibiotici, il completamento dell’intero ciclo di antibiotici prescritti e il consiglio ai pazienti di tornare per i test per assicurarsi che siano stati curati.

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