Roma, 1 luglio – Proseguendo in quella che è ormai una virtuosa tradizione gestionale, Assofarm ha chiuso il suo bilancio di esercizio per l’anno 2023 con un utile netto di 170.000 euro al netto delle imposte, risultato particolarmente positivo grazie alla liquidazione di Assofarm Servizi.
I dati economici non sono però l’unico né forse il più importante risultato positivo del bilancio della sigla delle farmacie pubbliche: a inorgoglire ancora di più il presidente Luca Pieri (nella foto) e i vertici associativi è “la condizione di piena salute delle relazioni interne. Dalla Giuntaai coordinamenti regionali, dal Tavolo dei direttori alla partecipazione delle aziende associate, il movimento delle Farmacie comunali si appresta ad affrontare compatto le sfide future”. Ed è proprio questo esprit questo il commento a caldo del presidente di Assofarm Luca Pieri al termine della 42 Assemblea Generale della Federazione di oltre 1.600 Farmacie Comunali italiane, svoltasi a Napoli giovedì 27 giugno.
Nella relazione che ha accompagnato il bilancio, Pieri ha toccato tutti i principali dossier in cui Assofarm sarà impegnata nel prossimo futuro, primo fra tutti la Farmacia dei Servizi, fronte che l’associazione delle farmacie pubbliche considera propedeutico al raggiungimento dell’accreditamento delle farmacie al Servizio sanitario nazionale.
Altrettanto strategica è però la necessità di affrontare fin da subito la carenza di farmacisti, problema che dovrebbe essere trattato tanto con risposte immediate quanto strutturali.
Riguardo invece la nuova remunerazione, ogni giudizio di merito viene rimandato alla fine dell’anno, quando sarà possibile valutare con maggiore oggettività i risultati del nuovo corso iniziato il marzo scorso.
Le ultime riflessioni di Pieri si sono infine focalizzate su due temi di frontiera: l’arrivo dell’intelligenza artificiale “che cambierà la farmacia molto più presto di quanto possiamo immaginare”, e la green pharmacy, “argomento sempre più presente nel dibattito dell’Unione europea delle Farmacie sociali di cui siamo membri”.
Il rapporto tra farmacia dei servizi e carenza di farmacisti è stato il focus della tavola rotonda che ha integrato i lavori assembleari. Secondo il segretario generale di Assofarm Francesco Schito “il processo di medio periodo di realizzazione della Farmacia dei Servizi rischia di essere vanificato dalla mancanza di farmacisti al banco”.
A formulare possibili soluzioni al problema è stato l’amministratore di Incofarma Domenico Della Gatta, esprimendo posizioni già discusse e approvate da Assofarm in occasione della Giunta federale del 9 maggio scorso e subito dopo pubblicamente rappresentate dal presidente Pieri, ovvero il miglioramento delle condizioni salariali dei farmacisti dipendenti (che saranno rese possibili dalle maggiori entrate derivate dai servizi) e la creazione di nuove figure professionali a supporto del farmacista.
Proposta, quest’ultima, che non passò in verità sotto silenzio, sollevando reazioni decisamente negative in molti ambiti della professione, in particolare all’interno delle sigle dei non titolari (ma anche nel mondo ordinistico).
Secondo Ettore Novellino, docente dell’Università Cattolica Sacro Cuore, è necessario rivedere la formazione accademica in modo che essa tenga in maggior conto i nuovi trend salutistici della società italiana.
Nella sua conclusione, Pieri ha voluto sottolineare la singolare contraddizione del momento vissuto dalla farmacia italiana: “Siamo davanti a un raro caso in cui il legislatore è più avanti delle esigenze percepite dal settore, abbiamo lottato a lungo per i servizi, e ora che stiamo passando dalle parole ai fatti, appariamo indecisi e intimoriti” ha affermato il presidente Assofarm. “Non possiamo mancare l’occasione delle sperimentazioni, non possiamo temporeggiare davanti al bisogno manifesto dei cittadini di avere maggiori servizi sanitari di prossimità. Dobbiamo affrontare con maggior coraggio la svolta della Farmacia dei Servizi e tutte le sfide che da essa conseguono”.