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mercoledì 19 Marzo 2025
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Fse, nei primi mesi 2024 effettuato almeno un accesso dal 41% degli italiani

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Roma, 1 luglio – All’inizio del 2024 la percentuale di cittadini che ha effettuato almeno un accesso al Fascicolo sanitario elettronico (Fse) per sé o per altri è stata pari al 41%. Una percentuale non esaltante, ma pur sempre in aumento rispetto al 2023, quando il dato si era fermato al  35%.

I dati sono rilevati dall’Osservatorio Sanità digitale della School of Management del Politecnico di Milano, che, nel commentarli, evidenzia come  “sia necessario promuovere ulteriormente l’utilizzo di questo strumento”.

Più in dettaglio, i dati sul Fse rilevati dall’Osservatorio evidenziano che i servizi più diffusi sono quelli legati all’accesso ai certificati Covid (95% delle Regioni), alle esenzioni (81%) e alla prenotazione e pagamento di visite ed esami (76%). Le Regioni che offrono una maggiore quantità di servizi sono l’Emilia-Romagna e la Toscana (23 servizi) seguite da Lazio (22), Piemonte (21), Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento (18 servizi ciascuna).

“Si tratta di un’opportunità per far conoscere ai cittadini questo strumento” afferma Chiara Sgarbossa, direttrice dell’Osservatorio Sanità digitale (nella foto), a proposito della campagna informativa delle ultime settimane Fascicolo sanitario elettronico. Sicuri della nostra salute,che ha permesso di comunicare a tutta la popolazione italiana i vantaggi collegati alla raccolta e alla disponibilità dei dati sulla salute”.

“Secondo i professionisti che lo hanno utilizzato” aggiunge Sgarbossa “lo strumento riduce il tempo necessario per reperire le informazioni, semplifica la lettura dei documenti scambiati, fornisce informazioni critiche per la gestione del paziente in situazioni di emergenza e permette di prendere decisioni più personalizzate e basate sull’intera storia clinica del paziente”.

Dai dati del monitoraggio del ministero della Salute sull’utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico da parte di cittadini, medici e aziende sanitarie aggiornati al 9 maggio 2024 (e disponibili qui) emerge tra gennaio e marzo 2024 il Fse è stato utilizzato in media dal 18% degli italiani. In termini assoluti,  è stato pubblicato almeno un documento sul Fascicolo di quasi 21 milioni di cittadini italiani, poco più di un terzo del totale della popolazione. Ma questo numero, e ancora di più la media del 18% ricordata prima, sono il frutto di differenze molto marcate tra le diverse Regioni del Paese: il Fse è stato utilizzato soltanto per un paziente su 100 in Sicilia, Calabria  e Marche, ma per ben il 64% dei cittadini pazienti della Provincia autonoma di Trento.
Nello stesso arco di tempo, il 40% dei cittadini (dato medio nazionale) ha espresso il consenso alla consultazione dei propri documenti. Anche qui le oscillazioni regionali sono enormi: si va dall’1% di Abruzzo, Calabria e Campania all’85% del Veneto, l’86% del Friuli Venezia Giulia e l’88% dell’Emilia Romagna.
Non sarà inutile ricordare (anche alla luce del 60% di italiani che non ha ancora espresso il proprio consenso alla consultazione) che ieri, 30 giungo, è scaduto il termine per per opporsi al caricamento dei propri dati e dei documenti clinici precedenti il 19 maggio 2020 nel Fascicolo sanitario elettronico.

Se sul versante cittadini l’uso del Fse è a dire poco deficitario, le cose cambiano nella platea dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta, il 96% dei quali (dato medio nazionale) ha utilizzarlo almeno una volta il Fascicolo. Un dato che trova riscontro anche nelle oscillazioni regionali molto più contenute, che vanno dall’utilizzo minimo (83%) registrato in Toscana all’en plein, 100%, in ben nove Regioni (in ordine rigorosamente alfabetico: Basilicata, Emilia Romagna, Molise, Trento, Piemonte, Sardegna, Valle d’Aosta e Veneto).

L’utilizzo del Fascicolo sanitario da parte delle aziende sanitarie viene misurato in via indiretta, ovvero attraverso il conteggio dei medici specialisti abilitati all’uso del Fse, dipendenti da aziende sanitarie pubbliche. In questo caso, la media nazionale di utilizzo è del 74%,  con enormi differenze tra le diverse Regioni. Si va dallo 0% di utilizzo in Liguria al 100% in dieci Regioni (Lombardia, Molise, Bolzano, Trento, Piemonte, Puglia, Sardegna, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto).

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