Roma, 9 luglio – Pharmacy Scanner, testata sempre attenta ai sommovimenti – anche i più profondi e meno percettibili – della filiera del farmaco, nello scorso mese di maggio aveva già anticipato, sia pure cripticamente, una possibile fusione tra Cef e Unico, ovvero il secondo e il terzo distributore del comparto farmaceutico per quota di mercato in Italia, entrambe società controllate da farmacisti.
Il giornale diretto da Alessandro Santoro torna ora sulla notizia, e questa volta lo fa “in chiaro”, scrivendo che le due società avrebbero in corso un’articolata trattativa per una joint venture dall’impatto colossale, il cui esito sarebbe la nascita del primo polo di distribuzione farmacutica in Italia, alla pari con il gigante Phoenix.
Le due società non hanno bisogno di grandi presentazioni: Cef (sede centrale a Brescia) ha 2300 soci, 12 poli logistici presenti su tutta la penisola, più di 6.000 farmacie servite ogni giorno, un network di 700 farmacie, un fatturato che supera il miliardo di euro (con un utile netto di 3.360 milioni) e più di 1.000 dipendenti.
Unico (sede centrale a Lainate, in Lombardia) ha 1300 soci, un fatturato di 1,1 miliardi di euro nel 2023, chiuso con una perdita di 400mila euro, 7500 farmacie servite in 17 Regioni, 11 farmacie Unica e 220 farmacie Unifaro/Unifarsud, 500 veicoli sul territorio, 15.000 consegne al giorno e 760 dipendenti.
Il deal sarebbe tutt’altro che concluso, avvisa Pharmacy Scanner, perché molti aspetti della trattativa sono ancora da definire e si registrano ancora posizioni abbastanza distanti su questioni importanti, come è peraltro comprensibile in operazioni di questo rilievo e importanza. Ma le fonti consultate da Santoro sembrano aver lasciato intendere che la negoziazione sarebbe entrata nella fase cruciale, tanto da far azzardare al giornalista l’esplicita previsione che “se qualcosa deve succedere dovrebbe accadere questa o la prossima settimana”.
Tra le questioni ancora in sospeso ci sarebbe la “quadratura” economico-finanziaria. Le due società arrivano alla fase cruciale delle trattative in condizioni di salute differenti: Unico ha chiuso pochi giorni fa il bilancio 2023 in netto peggioramento rispetto all’anno precedente, mentre Cef, senza raggiungere chissà quali risultati, ha comunque chiuso l’anno con un attivo, per quanto modesto. La questione da analizzare a fondo, poste queste premesse, è quella di capire se la joint venture può comunque essere un potente volano per una crescita sul mercato o se, al contrario, rischia di diventare una zavorra dagli effetti ancora più devastanti per l’economia delle due società, che – come già ricordato – sono le due principali società della distribuzione controllate dai farmacisti: facile comprendere l
Oltre a quella tra Unico e Cef, di gran lunga la più importanti, nel mondo della distribuzione farmaceutica ci sarebbero in corso anche altre trattative, riferisce Pharmacy Scanner, innescate dai fattori negativi che hanno impattato su questo mercato nel 2024, su tutti l’aumento del costo del denaro e quello dei prezzi delle materie prime e dell’energia. Ci sarebbero in corso “esplorazioni ” tra altri gruppi del comparto intermedio e anche per queste è attesa una soluzione entro l’estate. Ma tutte le attenzioni, comprensibilmente, sono concentrate sull’esito di quella che – qui e ora – è la madre di tutte le trattative, l’accordo tra Cef e Unico. Che gli addetti ai lavori, riferisce sempre Santoro, già chiamano Uni-Cef.