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mercoledì 19 Marzo 2025
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Assistente farmacista, l’Ordine di Messina a Fofi: “Proposta da stroncare sul nascere”

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Roma, 15 luglio – Il dibattito sulla proposta di istituire la figura dell’assistente di farmacia lanciata dal presidente di Assofarm Luca Pieri  (si veda qui e anche qui) continua a suscitare le reazioni del mondo professionale. Dopo quella immediata del Mnlf, il Movimento nazionale dei liberi farmacisti, pronto a scendere in piazza contro l’ipotesi di introdurre in farmacia un laureato triennale per svolgere mansioni di supporto, sotto la supervisione, il controllo e la responsabilità del titolare o direttore dell’esercizio, consistenti in buona sostanza nell’espletamento delle funzioni che la legge assegna appunto al farmacista con laurea quinquennale e abilitato, cominciano a esprimersi sulla questione anche gli Ordini, ovvero gli organismi  istituzionalmente preposti alla tutela della professione.

Il primo a dare voce alla più assoluta contrarietà alla figura dell’assistente del farmacista è stato il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Messina Sergio Papisca (nella foto), che lo scorso 11 luglio ha indirizzato una lettera al presidente della Fofi Andrea Mandelli (finora astenutosi da pubbliche prese di posizione sulla controversa questione), indirizzandola per conoscenza a tutti i presidenti di Ordine provinciale.

Inequivocabilmente chiaro, fin dall’oggetto,  il contenuto e il senso della nota, che altro non è che un’espressa richiesta di  «un intervento avverso la proposta di  introduzione della figura di ‘Assistente del Farmacista’»

«Non credo possa (la proposta) essere in alcun modo la panacea per la risoluzione della problematica connessa alla carenza di farmacisti in circolazione. Anzi ritengo che la soluzione prospettata da Assofarm rappresenti la camera della morte della nostra professione» scrive Papisca senza tanti giri di parole, prima di mettere nero su bianco, con tanto di sottolineatura, la richiesta al presidente nazionale di «un tempestivo autorevole intervento della Federazione per stroncare sul nascere la pessima idea di  introdurre nell’ordinamento italiano la figura di ‘Assistente del Farmacista’».

La questione della carenza di personale – frutto di una serie di concause – è stata più volte discussa in sede di Consiglio nazionale Fofi, valutandone tutta la complessità e criticità e convenendo sulla necessità di non scivolare nella deriva di ulteriori soluzioni di stampo liberistico che – aggiungendo un ulteriore step alla situazione di  deregolamentazione del settore «che mina l’esistenza delle ‘piccole’ farmacie, fiore all’occhiello della farmacia italiana», andrebbero inevitabilmente a favorire «i cosiddetti ‘grandi gruppi’»

«La carenza di personale laureato va affrontata avendo anche presente le necessità derivanti dai nuovi servizi che vengono resi dalle farmacie» argomenta ancora Papisca «non possiamo prescindere dalla revisione dei contratti di lavoro per riconoscere ai collaboratori farmacisti una più idonea retribuzione, anche in relazione alle mansioni che vengono svolte». 

Pur ritenendo positivo «l’incremento programmatico del numero degli studenti da indirizzare alla formazione di farmacisti», Papisca osserva che da solo «non potrà da solo bastare a risolvere la carenza di personale laureato se non sarà resa tangibile ai giovani l’opportunità di scegliere una professione che consentirà loro una vita dignitosa, svolgendo un lavoro adeguatamente remunerato».

«La figura ‘Assistente del farmacista’ non potrà mai surrogare quella del Farmacista» afferma perentorio il presidente dell’Ordine di Messina. «Occorre opporsi al perverso disegno con cui si intende sostituire al professionista un cosiddetto ‘tecnico qualificato’, per assicurare un futuro alla categoria”.

Papisca conclude dicendosi certo che il presidente della Federazione e gli altri componenti del Comitato centrale non mancheranno di «condividere le preoccupazioni esposte» ed esprimendo fiducia «nell’operato della Federazione».  Dalla quale, a questo punto, si attende un chiaro intervento sulla questione. Che, bisognerà pur dirlo, riguarda la stessa ontologia del farmacista, la sua essenza e la sua dimensione professionale. E dunque il suo futuro destino.

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