Roma, 18 luglio – Ennesima fumata nera per i precari dell’Aifa, che hanno visto sfumare le speranze legate all’emendamento al ddl di conversione in legge del decreto Liste di attesa (rubricato con il n. 5.0.12), con il quale l’Aifa veniva autorizzata “a rinnovare, fino al 31 dicembre 2025, i contratti di collaborazione coordinata e continuativa, la cui efficacia è terminata il 31 dicembre 2023, nei limiti di 10 unità” e “i contratti di prestazione di lavoro flessibile nel limite di 20 unità”.
L’emendamento era stato accolto con favore dai precari dell’agenzia regolatoria, che hanno ormai alle spalle sette mesi “di vuoto lavorativo”, pur nella consapevolezza che la misura rappresentasse una semplice “toppa” e non l’agognato «processo reale di stabilizzazione come da indicazioni approvate da due distinti ordini del giorno della Camera dei deputati, e come accaduto ad altri colleghi precari di differenti amministrazioni, come Irccs e Izs».
Essere inattivi, sottolineano i precari in una nota, «non è una condizione di vita felice». Questo e la difficoltà di «riuscire a ‘riciclarsi’ nel mondo del lavoro perché troppo avanti con l’età (ci sono colleghi precari a pochi mesi dall’età pensionabile), ci pongono in un limbo atroce da cui non si riesce a fuoriuscire».
«La speranza che la situazione potesse comunque risolversi era cresciuta quando l’Ufficio legislativo del ministero della Salute aveva espresso parere favorevole all’emendamento» ricostruiscono i lavoratori in bilico. Ma il risveglio è stato da incubo, l’ennesima doccia gelata, ovvero il ritiro senza un reale motivo dell’emendamento, in perfetta analogia con quanto già accaduto a dicembre all’emendamento proposto al decreto Milleproroghe.
Comprensibili sia la delusione sia la rabbia per quest’ultimo sviluppo della lunga vicenda. «Una colossale presa per in giro, un fallimento. Il che ci porta ad una domanda: presentate questi emendamenti come elementi di facciata per tenerci buoni e educati, affinché non finiamo davanti gli uffici a protestare incatenati?» scrivono i lavoratori precari. «Troppe volte siamo stati trattati da oggetti insignificanti, troppe volte siamo stati messi nel dimenticatoio» incalzano i precari Aifa, che concludono chiedendo «che si ponga immediata fine a questa squallida storia politico-amministrativa. E che si faccia velocemente. Chissà come avreste reagito se vi foste trovati nella nostra situazione».