Roma, 25 luglio – Migliorare l’assistenza ai malati cronici; avviare azioni coordinate per prevenirne l’insorgenza delle cronicità e aggiornare le iniziative già messe in campo; rendere più efficaci i servizi sanitari assicurando equità di accesso e riducendo le diseguaglianze sociali e infine indirizzare la gestione della cronicità verso un sistema che realizzi una progressiva transizione in un modello di rete che valorizzi sia il ruolo specialistico, sia tutti gli attori della assistenza primaria. Sono, così come dichiarati nello stesso documento elaborato dal ministero della Salute, anticipato l’altro ieri da quotidianosanità.it, gli obiettivi che dovrà raggiungere il nuovo Piano nazionale cronicità, appena trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni per l’esame e l’approvazione.
La nuova edizione del Piano, spiega il testo (disponibile qui), si è resa necessaria per una serie di importanti ragioni, prime su tutte quelle di migliorare la tutela assistenziale delle persone con malattie croniche e delineare le azioni coordinate che dovranno servire a prevenire l’insorgenza di patologie croniche e assicurare la precoce presa in carico dei soggetti a rischio o affetti da patologia allo scopo di rallentarne la progressione anche intervenendo sui comportamenti.
Ma – come in parte già anticipato a inizio articolo – bisogna anche aggiornare le iniziative e gli interventi in materia di malattie croniche per rendere più omogeneo il processo diagnostico-terapeutico, ridurre il peso delle malattie sulle singole persone colpite e sul contesto sociale, rendere più efficaci ed efficienti i servizi sanitari in termini di prevenzione e assistenza, assicurando equità di accesso e riducendo le disuguaglianze sociali e, infine, indirizzare la gestione della cronicità verso un sistema che realizzi una progressiva transizione in un modello di rete che valorizzi sia il ruolo specialistico, sia tutti gli attori della assistenza primaria.
Tutto questo, però, dovrà essere realizzato senza finanziamenti, che nel testo del nuovo Piano nazionale cronicità non sono previsti: lo stesso testo del documento spiega infatti che si provvede all’attuazione dell’accordo “nei limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”. Insomma, si vuole andare oltre il “vecchio” Piano del 2016, migliorandolo e assicurando risposte più adeguate per i milioni di cittadini italiani affetti da una o più malattie croniche senza però sborsare anche un solo euro in più di quanto si spende: proposito encomiabilmente virtuoso, per quanto a prima vista poco rispettoso del principio di realtà.
Il Piano, naturalmente, come tutti gli interventi di natura strategica, è molto articolato e complesso e prevede una serie di fasi, che partono con la stratificazione e il targeting della popolazone per passare poi alla promozione della salute, prevenzione e diagnosi precoce e alla presa in carico e gestione del paziente attraverso il piano di cura, quindi all’erogazione di interventi personalizzati attraverso il coinvolgimento del paziente e caregiver nel piano di cura e alla fase finale del monitoraggio e valutazione della qualità delle cure erogate. La complessa architettura del nuovo “master plan” per le cronicità dedica ovviamente un ampio spazio anche alle farmacie territoriali, per le quali è previsto un maggiore e più organico coinvolgimento nella rete della sanità pubblica di prossimità attraverso una ridefinizione del ruolo: le “croce verdi” dovranno in buona sostanza essere anche centri di prevenzione, educazione e supporto continuo ai malati cronici sul territorio. Gli obiettivi sono quelli di:
1) promuovere il coinvolgimento della rete territoriale delle farmacie di comunità e delle farmacie rurali per rispondere ai bisogni di salute e di cura del paziente cronico nella comunità di riferimento mediante interventi di educazione, prevenzione e promozione della salute, di counseling alla persona malata o potenzialmente a rischio e al caregiver promossi con i medici di medicina generale, i pediatri di libera scelta e lo specialista secondo protocolli condivisi, in accordo con quanto previsto nel quadro normativo di riferimento;
2) sviluppare, validare e implementare sistemi sinergici di collaborazione con altri professionisti sanitari per una tempestiva ed efficiente presa in carico da parte delle farmacie dei pazienti affetti da patologie croniche sulla base della complessità clinica e del bisogno di salute, al fine di assicurare una corretta assunzione della terapia medica prescritta e una efficace aderenza ai trattamenti a lungo termine, anche al fine di potenziare le attività di farmacovigilanza, in coerenza con la Raccomandazione per la riconciliazione della terapia farmacologica;
3) sviluppare il coinvolgimento delle farmacie nel percorso di accesso personalizzato ai farmaci per i trattamenti a lungo termine, anche mediante interventi di educazione, prevenzione e promozione della salute.
Le linee di indirizzo proposte dal Piano, in particolare, prevedono una maggiore collaborazione tra e con i professionisti sanitari, per effettuare prestazioni richieste da Mmg, Pls o specialisti, anche a domicilio, l’impiego delle farmacie per facilitare la prenotazione di prestazioni specialistiche, il pagamento delle quote di partecipazione, la scelta di medico di famiglia e pediatra e il ritiro dei referti: servizi che diventano decisivi, in particolare, nelle farmacie rurali. Ma è previsto anche un contributo importante in materia di miglioramento dell’aderenza terapeutica nei pazienti cronici, con il rafforzamento del ruolo del farmacista nelle attività di controllo delle interazioni farmacologiche, nonché un maggiore impiego della telemedicina per la presa in carico dei pazienti cronici, in particolare nelle aree rurali e un ruolo attivo nel favorire l’accesso ai farmaci attraverso servizi di dispensazione e consegna domiciliare.
Il Piano mette in fila i risultati attesi da questo disegno progettuale: aumentare l’uso del dossier farmaceutico in farmacia, potenziare la formazione dei farmacisti sulle cronicità, coinvolgere i farmacisti in programmi di educazione sanitaria per prevenire le malattie croniche prevalenti, incrementare i programmi di presa in carico dei pazienti cronici in rapporto ai bisogni di salute attraverso servizi fondamentali per il supporto alla cura, all’aderenza terapeutica e alla prevenzione e potenziare i servizi sanitari sul territorio e a domicilio del paziente cronico, con particolare riferimento alle farmacie rurali.
Indubbiamente, gli estensori del nuovo Piano hanno ben considerato il percorso di evoluzione della farmacia italiana negli ultimi anni, prevedendo per questi presidi di prossimità un ruolo in linea con la loro attuale realtà di irrinunciabili caposaldi di un’assistenza sanitaria di prossimità ripensata e riorganizzata, più efficace ed efficiente a beneficio del cittadino. Va letto come un riconoscimento ulteriore da parte delle istituzioni degli sforzi compiuti fin qui per dimostrare, senza se e senza ma, che le farmacie sono tra le principali protagoniste dell’assistenza sanitaria territoriale. E bisognerà tenerne conto in ogni progetto finalizzato a ripensare e riorganizzare il sistema di salute del Paese.