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venerdì 11 Ottobre 2024
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Semaglutide, studio evidenzia un ruolo attivo nella riduzione di eventi avversi da Covid

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Roma, 2 settembre – Semaglutide, l’anti-diabetico agonista dell’ormone glucagon-like peptide-1 (Glp-1) sviluppato dalla danese Novo Nordisk, è ormai pervenuto a imperitura fama planetaria (insieme a molecole consimili) per i risultati che garantisce  non solo nella cura del diabete, obiettivo terapeutico per il quale è nato, ma anche nel  trattamento dei pazienti obesi (con indice di massa corporea superiore a 30.0 kg/m2)  e – soprattutto – come risposta “miracolosa” alla domanda delle centinaia di milioni di persone in sovrappeso che desiderano dimagrire e sono rimaste deluse dai risultati insoddisfacenti ottenuti con le diete più diverse e la faticosa pratica di attività fisiche mirate.

Grazie alla sua capacità rallentare lo svuotamento gastrico dopo l’assunzione di cibo e ridurre l’appetito mediante l’invio di segnali di sazietà al cervello, semaglutide e i suoi “cugini” hanno letteralmente spopolato sul mercato, raggiungendo vendite e fatturati recordo: basti pensare che la centenaria ma fino a ieri piccola Novo Nordisk ha superato il valore di Borsa di 500 miliardi di dollari, superando il colosso della moda Lvmh, la Tesla di Elon Musk e Jp Morgan per valore di mercato, fino a diventare la prima società europea e la tredicesima al mondo per capitalizzazione.

Una posizione che l’azienda danese potrebbe peraltro consolidare dal momento che la sua gallina dalle uova d’oro non finisce davvero più di stupire. Un recente studio clinico evidenzia infatti un ruolo positivo di semaglutide anche nel Covid: nei pazienti obesi e in sovrappeso che l’assumevano durante la pandemia si sono verificati meno decessi per l’infezione da Sars CoV 2.

Lo studio è stato pubblicato lo scorso 30 agosto sulla rivista dell’American College of Cardiology, realizzata dal Brigham and Women’s Hospital- La ricerca ha analizzato l’effetto di semaglutide sulla mortalità e sui decessi legati al Covid in base ai dati del vasto studio Select focalizzato sulla riduzione del rischio cardiovascolare, finanziato da Novo Nordisk e realizzato su oltre 17.000 pazienti.

L’infezione è stata la causa di morte non cardiovascolare più comune nel gruppo di studio. E se le persone che assumevano semaglutide avevano la stessa probabilità di contrarre il Covid risultavano però avere meno eventi avversi gravi o decessi correlati a Sars CoV 2.

“Lo studio dimostra che semaglutide, forse migliorando la salute cardiometabolica, ha benefici di vasta portata oltre ciò che inizialmente immaginavamo” hanno commentato Harlan M. Krumholz (nella foto), redattore capo dei Journals of American  College of Cardiology (Jacc) e Harold H. Hines, professore alla Yale School of Medicine. “La capacità di semaglutide di ridurre significativamente gli eventi avversi cardiovascolari e correlati a Covid 19 sottolinea il potenziale trasformativo di prendere di mira l’obesità e migliorare la salute cardiometabolica come strategia per proteggere da un ampio spettro di minacce per la salute”.

I ricercatori non sanno se i risultati siano dovuti alla perdita di peso o ad altri effetti, per questo serviranno ulteriori studi per esplorare i potenziali meccanismi d’azione.

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