banner
sabato 12 Ottobre 2024
banner

Convenzione, nuovo documento delle Regioni alle farmacie, se ne riparla il 2 ottobre

banner

Roma, 9 settembre – Il tempo di salutarsi, ricevere dal coordinatore della Sisac Marco Caroli (nella foto) la copia dell’ipotesi di documento integrativo dell’atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione nazionale con le farmacie pubbliche e private e darsi un nuovo appuntamento per un confronto sui suoi contenuti al prossimo 2 ottobre.

La sintesi dell’incontro tra parte pubblica, rappresentata appunto dalla Struttura interregionale sanitari convenzionati e le delegazioni di Federfarma e Assofarm (composte da sei delegati la prima e cinque la seconda) tenutasi a Roma lo scorso 5 settembre è in pratica tutta qui.
Era assolutamente previsto che il primo incontro tra le parti dopo anni sarebbe stato interlocutorio e così è stato: poco più di un saluto, finalizzato alla consegna del “documento integrativo” approvato lo scorso agosto dal Comitato di settore Regioni-Sanità e che di fatto rappresenta – almeno per  il momento – la risposta delle Regioni alla richiesta delle sigle delle farmacie di una sostanziale riscrittura dell’atto di indirizzo del nuovo accordo convenzionale presentato ben tre anni fa e subito considerato del tutto insoddisfacente  – in particolare – su “capitoli” fondamentali del rapporto farmacie-Ssn come la remunerazione dei servizi e la distribuzione per conto.

Sui contenuti del documento elaborato dal Comitato di settore delle Regioni  alla fine dello scorso mese di maggio ma approvato, come prima ricordato, solo il mese scorso, vige al momento il vincolo del più totale riserbo, anche se – dal poco e nulla che è filtrato –  sembrerebbe contemplare e tenere in conto delle importanti novità legislative intervenute nell’ultimo triennio.

L’imperativo del silenzio assoluto impedisce però di saperne di più: le delegazioni di Assofarm e Federfarma, a ogni buon conto, analizzeranno il documento integrativo nell’arco delle tre settimane che separano l’incontro di giovedì scorso da quello messo in calendario il prossimo 2 ottobre, per valutare se e quanto le istanze avanzate già tre anni fa e le esigenze e necessità connesse al nuovo ruolo delle farmacie – sviluppatosi ulteriormente da allora a oggi – trovino risposte adeguate.

Di fatto, dal prossimo incontro in calendario a inizio ottobre dovrebbero emergere elementi  sufficienti per valutare se esistano reali possibilità che le trattative per il rinnovo convenzionale possano davvero riprendere nel merito e andare avanti: le questioni aperte, anzi apertissime, sono molte, oltre alle due prima ricordate, e su tutte – non va dimenticato – va sempre considerata l’imperativo di partenza della parte pubblica: il nuovo accordo non dovrà comportare “nuovi oneri a carico della finanza pubblica”.

Un vincolo-capestro, quello della cosiddetta invarianza dei costi, che non lascia davvero troppi margini alla possibilità che il nuovo accordo convenzionale recepisca anche solo in parte le richieste delle farmacie, a partire dalla quelle già ricordate sulla riorganizzazione della distribuzione diretta e sulla farmacia dei servizi. Anche perché sul fronte della finanza pubblica, a leggere le prime anticipazioni sulla prossima Legge di bilancio, si annunciano solo chiari (se non chiarissimi…) di luna.

banner
Articoli correlati

i più recenti

I più letti degli ultimi 7 giorni