Roma, 13 settembre – Continua il momento di gloria dei farmaci agonisti del recettore Glp 1, dal “capostipite” di fama ormai planetaria semaglutide di Novo Nordisk ai suo omologhi come dulaglutide, lixisenatide, liraglutide, exenatide, e tirzepatide.
Molecole da tempo sotto i riflettori e ancora al centro delle attenzioni dei ricercatori. Uno studio molto recente, denominato Scale Kids e pubblicato sul New England Journal of Medicine, riguarda l’impiego di liraglutide (altro farmaco prodotto da Novo Nordisk) nei bambini obesi e in eccesso ponderale. La ricerca, presentata al meeting annuale dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd) a Madrid, ha concluso che il farmaco è “sicuro ed efficace”: in particolare, gli 82 bambini tra i 6 anni e i 12 anni (età media 10 anni) arruolati per la sperimentazione che hanno assunto il farmaco per poco più di un anno, hanno sperimentato una riduzione dell’indice di massa corporea (Bmi) del 7,4% rispetto al placebo e hanno riscontrato miglioramenti nella pressione sanguigna e nel controllo della glicemia.
Lo studio è il primo a esaminare sicurezza ed efficacia di liraglutide nella popolazione pediatrica e i risultati – secondo quanto riferiscono i ricercatori – offrono la speranza che i bambini che convivono con l’obesità possano condurre una vita “più sana e produttiva”.
L’eccesso ponderale è la “malattia cronica più comune dell’infanzia” osserva l’autrice principale dello studio, Claudia Fox (nella foto), del Center for Pediatric Obesity Medicine, University of Minnesota Medical School di Minneapolis. “Se non curata persiste quasi universalmente fino all’età adulta ed è associata a gravi problemi di salute, tra cui diabete e malattie cardiovascolari e, per alcuni, morte prematura. L’intervento precoce è quindi fondamentale. Tuttavia, le opzioni di trattamento efficaci fino ad oggi sono limitate. La spina dorsale del trattamento dell’obesità è la terapia dello stile di vita, cambiamenti nella dieta e nell’attività fisica, ma se usata da sola, l’effetto è modesto e, finora, nessun farmaco è stato approvato per il trattamento dell’obesità generale nei bambini di età inferiore ai 12 anni”.
All’inizio dello studio, il Bmi dei bambini arruolati era in media di 31 kg/m2 e il peso corporeo era di 70,2 kg. Il 54,9% aveva una o più complicanze correlate all’obesità come resistenza all’insulina o pubertà precoce. Le iniezioni giornaliere di liraglutide sono state somministrate a 56 bambini (3 mg o dose massima tollerata), mentre 26 hanno ricevuto iniezioni settimanali di placebo per 56 settimane. Tutti i partecipanti hanno ricevuto consulenza personalizzata a ogni visita per incoraggiare una dieta sana e un’attività fisica regolare (obiettivo 60 minuti al giorno di intensità da moderata ad alta).
Alla fine del periodo di trattamento, la variazione media del Bmi è stata -5,8% per liraglutide e +1,6% per il placebo, una differenza del 7,4% fra i due gruppi. La variazione media del peso corporeo è stata del +1,6% per liraglutide e del +10% per il placebo, una differenza dell’8,4%. Una riduzione del Bmi di almeno il 5% è stata osservata nel 46,2% dei bambini che hanno ricevuto liraglutide e nell’8,7% di quelli che hanno ricevuto placebo. I bambini di questa età sono in continua crescita, spiegano i ricercatori, e quindi ci si aspetterebbe che il peso corporeo aumentasse nel corso di un anno. Il Bmi invece tiene conto dell’altezza, così come del peso, ed è quindi più informativo, dicono gli esperti.
“Sebbene non vi sia consenso sulla definizione di riduzione clinicamente significativa del Bmi nei bambini” conclude Fox “è stato precedentemente dimostrato che una riduzione del 5% è associata a un miglioramento di alcune condizioni di salute correlate all’obesità. Nel nostro studio, la pressione sanguigna diastolica e l’emoglobina glicata, misura del controllo della glicemia, sono migliorate di più nei bambini che hanno ricevuto liraglutide rispetto a chi ha ricevuto placebo”.
Gli effetti collaterali erano comuni in entrambi i gruppi (89,3% dei destinatari di liraglutide e 88,5% dei destinatari di placebo). Gli effetti collaterali gastrointestinali (ad esempio nausea, vomito, diarrea) sono stati i più comuni e si sono verificati nell’80,4% dei bambini trattati con liraglutide e nel 53,8% dei bambini trattati con placebo. Il 12,5% dei trattati con liraglutide e il 7,7% dei trattati con placebo hanno manifestato gravi effetti collaterali. Quattro dei 7 gravi eventi avversi nel gruppo liraglutide erano di natura gastrointestinale e il 10,7% di quelli che li hanno sviluppati nel gruppo liraglutide ha interrotto il trattamento per via di questi effetti collaterali, rispetto a nessuno nel gruppo placebo.