Roma, 16 settembre – Scongiurare con ogni mezzo il rischio che le trattative per il rinnovo del Cnnl dei dipendenti delle farmacie private possano seguire la sconcertante falsariga che ha preceduto nel settembre del 2021 la firma dell’ultimo contratto.
Che, per chi l’avesse dimenticato, ha sostituito quello precedente che era scaduto a gennaio del 2013, era stato scritto nel 2009 e rinnovato nella parte economica nel 2011, considerando ovviamente la situazione economica di quegli anni. Il risultato? Il blocco delle trattative tra le parti, andate avanti a rilento (è ovviamente un eufemismo) per una complessa serie di ragioni che chiama in causa responsabilità diffuse sia da parte datoriale che sindacale, ha costretto i farmacisti a percepire lo stesso stipendio praticamente da novembre del 2011 a novembre del 2021, esattamente 10 anni. Decisamente troppi, se si considera che i contratti di lavoro coprono l’arco di un triennio.
Un’esperienza che i sindacati dei dipendenti non vogliono davvero più ripetere per nessuna ragione, anche in considerazione del prezzo pagato in termini di considerazione e fiducia da parte dei dipendenti delle farmacie, scese entrambe a livelli bassissimi proprio a causa delle interminabili trattative poi concluse da un Ccnl dai contenuti a dir poco deludenti, nel giudizio della maggioranza dei dipendenti. Anche per questo la Filcams Cgil ha promosso e organizzato nei mesi scorsi il Pharmatour, una serie di incontri e assemblee partiti nella scorsa primavera in Toscana e poi passati in altre città (tra le altre Bologna, Parma, Padova, Roma) con i farmacisti collaboratori delle farmacie per ascoltarne esigenze, rivendicazioni e criticità, materiale prezioso per costruire una piattaforma condivisa di richieste per il rinnovo del contratto con Federfarma.
Con queste ragioni e attività alle spalle, Filcams Cgil ha evidentemente ritenuto fosse giunto il momento di cominciare a tirare le fila e ha così convocato un’assemblea a Perugia (si è tenuta l’11 settembre) finalizzata all’apertura delle contrattazioni, cominciando a mettere a terra i termini e i contenuti delle proposte da discutere. Il primo incontro con Federfarma – questa è la notizia scaturita dall’incontro di Perugia – dovrebbe tenersi il prossimo 3 ottobre.
Dai delegati di tutta Italia presenti all’incontro della Filcams è arrivata la conferma che il punto principale che sarà portato sul tavolo delle trattative è l’adeguamento economico, che dovrà assolutamente tenere conto di un carico di lavoro aumentato esponenzialmente in termini sia qualitativi sia quantitativi per effetto dello sviluppo della “farmacia dei servizi”, con inevitabili maggiori oneri di responsabilità e di lavoro per i farmacisti collaboratori.
Altrettanta se non maggiore attenzione verrà però dedicata a una delle criticità maggiormente sofferte dai farmacisti dipendenti, al punto da diventare una delle principali cause di burn out e abbandono del lavoro in farmacia di numeri crescenti di collaboratori, sempre più intenzionati ad altre posizioni professionali: si tratta delle condizioni di lavoro, divenute con la “farmacia dei servizi” sempre più pesanti, con sollecitazioni e responsabilità professionali che si traducono spesso in carichi e turni di lavoro ai limiti della sostenibilità. A risentirne, lamentano i farmacisti, è la qualità della vita del lavoratore e della sua famiglia, resa a dir poco precaria dall’impossibilità di conciliare l’attività professionale con la vita di tutti i giorni.
Questo secondo aspetto, a sentire non solo i rappresentanti sindacali, ma il coro generalizzato di lamentele che da tempo si leva dai farmacisti dipendenti, è ritenuto il fronte vero – insieme al trattamento economico – della prossima battaglia contrattuale. Bisogna ora capire quali strumenti e quali soluzioni Filcams e gli altri sindacati saranno capaci di elaborare in forma di proposte da portare al tavolo delle trattative, compito che si annuncia piuttosto impegnativo. E bisognerà anche vedere se ci saranno poi orecchie disposte ad ascoltarle, quelle proposte: l’incontro del 3 ottobre tra Federfarma e sindacati consentirà (forse) di capire quale aria tira al riguardo.