Roma, 26 settembre – Si avvia a soluzione il caso relativo all’anticorpo monoclonale in grado di prevenire il 90% delle ospedalizzazioni da virus respiratorio sinciziale (Rsv) nei bambini in tenerissima età, nato a seguito di una nota del ministero della Salute che ne precludeva la dispensazione a titolo gratuito nelle Regioni con problemi di bilancio, impedendo di fatto a Lazio, Campania, Abruzzo, Molise, Calabria, Puglia e Sicilia (ove mai avessero programmato di farlo) di concedere gratuitamente il farmaco agli under 12 mesi residenti nel territorio regionale.
Una successiva nota del ministero (RIFday ne ha riferito in questo articolo) ha poi corretto il tiro, senza pero fugare tutti i dubbi. Cosa che, alla fine, ha fatto in prima persona il ministro della Salute Orazio Schillaci (nella foto), con una dichiarazione ai giornalisti resa lo scorso 23 settembre a margine della presentazione della campagna Lilt for Women – Nastro Rosa 2024.
Alla domanda se l’anticorpo monoclonale contro il Rsv sarà disponibile in tutte le Regioni, il titolare della Salute ha infatti risposto che “c’è stata già una riunione con Aifa per arrivare in maniera rapida a una soluzione affinché tutti i bambini e le loro famiglie possano avere accesso all’anticorpo, indipendentemente da dove vivono“. Il problema potrebbe semmai essere la tempistica, ha chiarito il ministro, perché si tratta di “riuscire a farlo prima dell’inizio della stagione della bronchiolite”.
Proprio sui tempi spostano l’attenzione i neonatologi: “Il picco dell’infezione da virus sinciziale nei bimbi è tra novembre e dicembre e dura fino a febbraio-marzo. Qualche caso anche a ottobre ci può essere, ma sono meno frequenti. E’ importante, però, che a novembre ci facciamo trovare pronti e si possa cominciare a somministrare il nuovo anticorpo su tutto il territorio nazionale, senza differenze” spiega all’agenzia Adnkronos Salute Luigi Orfeo (nella foto), presidente della Sin, la Società italiana di neonatologia, affermando di aver accolto con grande soddisfazione le assicurazioni sulla volontà di rendere disponibile gratis il farmaco per il trattamento dei neonati in tutte le Regioni.
“Ci auguriamo che in tempi ragionevoli si possa cominciare a somministrare questo anticorpo” è l’auspicio di Orfeo, ricordando una volta di più che l’anticorpo in questione è un trattamento preventivo e non un vaccino. “Il vaccino stimola la produzione di anticorpi da parte del soggetto, invece in questo caso gli anticorpi li ridiamo dall’esterno” precisa il presidente della Sin. “Durano per 5-6 mesi, quindi coprono i bambini per tutto il periodo in cui l’epidemia del virus respiratorio sinciziale perdura. E basta un’unica iniezione fatta alla nascita”.