Roma, 26 settembre – La criminalità predatoria è tornata purtroppo a rivolgere le sue tutt’altro che gradite attenzioni anche alle farmacie di comunità della città, private e pubbliche, come testimoniano alcune rapine verificatesi nel corso di queste ultime settimane. Va però detto subito che – stando ai dati forniti dalla compagnia di assicurazioni (AssiParioli) che assicura ben 850 della farmacie del territorio et pour cause monitora costantemente la situazione – il fenomeno è ben lontano dai picchi che aveva raggiunto negli anni prima del 2022. Per la cronaca, il numero di rapine a mano armata denunciate rispettivamente negli anni 2022, 2023 e 2024 fino a oggi sono rispettivamente 14, 13 e ancora 14. Sempre troppe, ovviamente, ma decisamente molto meno di quelle che si verificavano fino al 2021, quando erano (sempre secondo i dati di AssiParioli) addirittura il triplo.
Non è troppo dissimile il numero di furti con scasso a danno delle casse automatiche delle farmacie: 18 nel 2022, 13 nel 2023 e 8 fino a oggi nell’anno in corso.
L’Ordine in tutto questo tempo ha mantenuto un costante rapporto di interlocuzione e collaborazione con Questura e Comando dei Carabinieri, costituendo un’apposita Commissione Sicurezza (coordinata da Guido Torelli), con l’obiettivo di rafforzare la prevenzione e il contrasto al fenomeno dei crimini predatori, particolarmente esecrabili perché compiuti a danno di un presidio di salute pubblica, esponendo al pericolo non solo i professionisti e il personale degli esercizi, ma non di rado anche i cittadini presenti al loro interno al momento dell’atto criminale. Tra le iniziative nate dalla costante collaborazione con PS e CC, vanno certamente ricordati gli incontri organizzati su base zonale che hanno permesso anche quest’anno ai farmacisti di incontrare i comandanti delle stazioni dei carabinieri e i dirigenti dei commissariati di polizia competenti per territorio non solo per un confronto sulle specifiche criticità dello stesso, ma anche per uno scambio di preziose informazioni, anche pratiche, utili a rafforzare la “cultura della sicurezza” e quindi a prevenire – o a difendersi con più efficacia – dalle “attenzioni” della piccola criminalità predatoria.
Negli ultimi giorni si sono però verificati in rapida successione alcuni atti criminosi a danno delle farmacie che hanno fatto temere una nuova escalation del fenomeno, preoccupazione che l’Ordine ha subito voluto verificare con la Questura di Roma. Il presidente Emilio Croce ha quindi incontrato, lunedì scorso, Cesare Catalano, commissario capo in forza alla Divisione Anticrimine della Questura di Roma, per un confronto sulla situazione, ottenendo ampie rassicurazioni sulle puntuali ed efficaci risposte che la Polizia di Stato sta opponendo al “risveglio” dei rapinatori di farmacie. È stata prontamente individuata, ad esempio, la coppia di ladri che il 19 settembre scorso aveva seminato il terrore in diverse farmacie della città, mettendo segno tre rapine e fallendo la quarta di fronte alle casse automatiche (delle quali non avevano evidentemente considerato la presenza) in un altro presidio in zona Piazza Bologna.
Grazie alla testimonianza di un passante e all’analisi delle videocamere di sicurezza, le indagini prontamente avviate dalla polizia hanno subito portato all’individuazione dei presunti autori delle rapine, due italiani di 43 e 33 anni. Rintracciati, sono stati trovati in possesso di due mannaie e di uno “spadino” che utilizzavano per scassinare le serrature delle motociclette. Sono stati fermati e dovranno rispondere di una sfilza di accuse di reato: rapina aggravata, tentata rapina aggravata, furto, ricettazione, riciclaggio, porto di arma da taglio e possesso di chiavi alterate o grimaldelli. La Procura ha chiesto e ottenuto dal Giudice per le indagini preliminari la convalida del fermo per i due indagati che – precisa in ogni caso la polizia – “sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell’attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile”.
Il commissario capo Catalano ha confermato che l’impegno sul territorio delle forze di polizia non solo non è mai venuto meno, ma (pur in mezzo alle comprensibili difficoltà di una grande e frammentata metropoli come Roma) è se possibile aumentato. È importante però che prosegua il dialogo instaurato tra la categoria e le forze dell’ordine e che le farmacie continuino da parte loro a impegnarsi ad applicare ogni possibile misura protettiva e di sicurezza e a mantenere comportamenti atti a prevenire l’esposizione al rischio, a partire dall’immediata comunicazione a polizia e carabinieri di eventuali “segnali sospetti” eventualmente colti durante l’esercizio dell’attività di farmacia: qualsiasi atteggiamento strano di persone non conosciute, la ripetuta presenza senza fare acquisti, l’eccessiva fretta, lo stazionare di fronte alla farmacia senza apparente motivo, o anche l’indossare capi di abbigliamento (cappelli, sciarpe, felpe con cappuccio) che possano nascondere i tratti somatici, la presenza di zaini o borsoni. Tutti elementi che possono costituire motivo per alzare la soglia dell’attenzione dei farmacisti e del personale presenti nell’esercizio, soprattutto quando posti in essere da persone del tutto estranee.