Roma, 1 ottobre – “Una delle tre aree di azione per rilanciare la crescita in Europa evidenziata nel Rapporto sul futuro della competitività europea presentato da Mario Draghi è quella di colmare il divario in materia di innovazione con gli Stati Uniti e la Cina. E la farmaceutica, come sottolineato dallo stesso rapporto, ha un ruolo geostrategico di primaria importanza”. È quanto ha voluto ricordare Marcello Cattani (nella foto), presidente di Farmindustria, in occasione della Notte europea dei Ricercatori, iniziativa promossa dalla Commissione europea.
“Farmaci e vaccini sono fondamentali per la cura dei cittadini, per vivere di più e meglio. Medicinali che sono il risultato dello straordinario lavoro, giorno dopo giorno, di migliaia di ricercatrici e ricercatori in Europa e in tutto il mondo. Senza di loro non ci potrebbe essere progresso e innovazione” sottolinea il presidente dell’associazione degli industriali. “Per sviluppare un farmaco sono necessari 10-15 anni. La ricerca è lunga, costosa, fino a 2 miliardi di euro, spesso è costellata di fallimenti e solo una su 5-10 mila molecole diventa un medicinale. È importante quindi dare il massimo risalto anche in Italia a una notte che ha tra gli obiettivi quelli di aumentare la cultura scientifica e di mostrare la bellezza della ricerca ai giovani, che rappresentano la speranza di domani. Bisogna facilitare un ecosistema in cui la diffusione della conoscenza promuove la vitalità economica e il progresso sociale”.
Farmindustria è “da tempo in prima linea con progetti già avviati per trasmettere amore e passione verso le Life sciences. Proprio per sviluppare le nuove competenze, favorire la formazione di professionalità altamente qualificate e rafforzare la partnership tra settore pubblico e privato è stato recentemente firmato un protocollo d’intesa tra Mur, Crui e Farmindustria. Nel complesso i ricercatori nell’industria farmaceutica nella nostra nazione sono aumentati del 2,5% in un anno e oggi sono 7.000 su 70.000 addetti. Una R&S che è sempre più ‘rosa’, con il 53% di donne. Oggi è però necessario” sottolinea Cattani “uno scatto decisivo in Europa per delineare un quadro più attrattivo e recuperare il gap rispetto ad altri competitor internazionali. Perché la R&S farmaceutica sarà il campo dove si investirà di più a livello globale: 2.000 miliardi di dollari entro il 2029. La competizione internazionale richiede una semplificazione burocratica del nostro continente per accogliere e mettere rapidamente a disposizione dei pazienti l’innovazione. E sostenere, come ricordato nel Rapporto Draghi, i molti ricercatori e imprenditori di talento che depositano brevetti ma sono ostacolati da normative incoerenti e restrittive”.