Roma, 1 ottobre – Il futuro dei sistemi di salute è tutto in una parola: sostenibilità, economica e sociale. Parola facile a pronunciarsi (anche per questo, probabilmente, è una di quelle che i politici utilizzano con maggior frequenza nei loro discorsi, dimenticandosi quasi sempre di far seguire decisioni coerenti e conseguenti) ma concetto che è piuttosto arduo rendere concreto, in un’epoca in cui crescono esponenzialmente i bisogni e quindi le spese di salute e per contro non si dispone di risorse sufficienti da destinare a questa fondamentale posta di spesa.
Da molti anni, appunto, esperti di ogni parte del mondo si affannano a cercare di convincere i decisori istituzionali che una delle chiavi fondamentali per una sanità sostenibile è la prevenzione, ma il personale politico di tutto il mondo continua a rimanere sordo (sia pure con gradi diversi del “disturbo”) e a non darsene per inteso, destinando ai programmi di prevenzione investimenti residuali, poco più che briciole. Chi si preoccupa delle sorti future dei sistemi sanitari, però, non demorde e continua perorare la necessità di maggiori investimenti in prevenzione, approfittando di ogni opportunità. Come quella che, al momento, è rappresentata dai piani fiscali-strutturali di medio termine per i prossimi 4-7 anni che i governi dei Paesi membri dell’Unione si accingono a presentare alla Commissione europea. Un’occasione preziosa se non unica per riconoscere la sanità, e in particolare la prevenzione, come un investimento per la sicurezza economica e sociale, in linea con i requisiti del New economic governance framework (Negf) e sulla falsariga di quanto già fatto per la difesa e la transizione verde e digitale.
A ribadire l’invito – argomentato con una probante serie di analisi e dati – a cambiare rotta e destinare negli Stati membri dell’UE maggiori investimenti alla prevenzione sanitaria, a partire dalle campagne di immunizzazione, con adeguate scelte di politica economica e fiscale per garantire la sostenibilità economica dei sistemi di salute, di assistenza sociale e previdenziali, è un nuovo rapporto di The European House – Ambrosetti (qui accanto la copertina), realizzato con il sostegno di Vaccines Europe e di Ifpma, la federazione internazionale che riunisce più di 90 industrie e associazioni farmaceutiche in tutto il mondo, dedicato appunto al valore della prevenzione per la crescita economica e la sostenibilità dei sistemi sanitari e di welfare.
La prevenzione sanitaria, infatti, non solo si traduce in un aumento dell’aspettativa di vita e in un miglioramento della sua qualità, ma offre anche vantaggi economici, come risparmi nella spesa sanitaria e un aumento della produttività dei lavoratori, sostenendo così la crescita economica, sociale e la resilienza del sistema-Paese.
“In un contesto caratterizzato da una popolazione in invecchiamento e da una lenta crescita economica, il valore della prevenzione è inestimabile” ha dichiarato Walter Ricciardi (nella foto), presidente della Mission Board on Vaccination in Europe e della Mission Board on Cancer della Commissione europea, e consulente di questa iniziativa. “Poiché i sistemi sanitari europei affrontano una pressione crescente dovuta all’aumento della popolazione anziana e alla crescente domanda di servizi medici, le misure preventive, tra cui l’immunizzazione, possono aiutare a mitigare queste sfide. Riducendo la prevalenza delle malattie ed evitando costosi trattamenti, la prevenzione svolge un ruolo cruciale nel mantenere la sostenibilità a lungo termine dei sistemi sanitari, di assistenza sociale e previdenziali“.
“In uno scenario di maggiori vincoli di bilancio, la riforma delle regole fiscali dell’Ue, contrassegnata dal varo del Negf, offre agli Stati membri l’opportunità di aumentare gli investimenti nella prevenzione sanitaria” ha spiegato Massimo Bordignon, membro dell’European Fiscal Board e consulente dell’iniziativa di The European House–Ambrosetti. “Secondo le nuove regole, l’investimento (‘spesa favorevole alla crescita’) è ora implicitamente definito in termini economici, il che significa che comporta costi oggi, ma potrebbe ridurre le spese future e promuovere la crescita. Investire nella prevenzione, in particolare nell’immunizzazione, si allinea bene a questa definizione, poiché non solo migliora la produttività grazie a una popolazione più sana, ma riduce anche le spese future diminuendo il fabbisogno complessivo di salute della popolazione”.
“Integrare la prevenzione sanitaria – e in particolare l’immunizzazione – nelle strategie fiscali degli Stati membri dell’Ue è fondamentale per promuovere la sostenibilità economica dei sistemi sanitari, di assistenza sociale e previdenziali, uno soluzione concreta per affrontare e superare l’attuale permacrisi” ha confermato Elisa Milani, Senior Consultant dell’Healthcare Area di The European House–Ambrosetti. “Gli Stati membri devono cogliere questo momento per promuovere e attuare questa opportunità nei loro piani fiscali-strutturali”.
“Quest’ultimo rapporto di The European House–Ambrosetti è un ulteriore promemoria del fatto che l’immunizzazione deve essere un pilastro dei programmi di prevenzione sanitaria, migliorando la salute e la longevità complessiva,oltre a offrire vantaggi economici reali ai Paesi di tutto il mondo” ha aggiunto Laetitia Bigger, responsabile della Vaccines Policy di Ifpma (nella foto). “Anche questa dimostra che i programmi di immunizzazione degli adulti restituiscono un valore pari a fino a 19 volte il loro investimento iniziale, mostrando ancora una volta che dobbiamo considerare l’investimento nei vaccini come centrale per un approccio più preventivo alla salute”.
“Abbiamo bisogno di un cambiamento di paradigma verso un modello sanitario basato sulla prevenzione, dal momento che nonostante il colossale ritorno sull’investimento che l’immunizzazione continua a dimostrare, in quasi l’80% degli Stati membri dell’UE solo lo 0,5% dei budget sanitari è dedicato all’immunizzazione” ha concluso Sibilia Quilici (nella foto), direttore esecutivo di Vaccines Europe. “La prevenzione, come l’immunizzazione, deve essere al centro della costruzione di sistemi sanitari più resilienti e sostenibili, fungendo da potente strumento che previene le malattie, salva vite, fa risparmiare risorse e contribuisce a una crescita forte e a comunità solide“.