Roma, 3 ottobre – Allarme Dengue nell’area di Fano, nelle Marche, dove i casi accertati al momento sono ben 102 e 10 quelli probabili. Lo comunica una nota della Regione Marche, informando che sono inoltre in via di verifica altri casi che hanno presentato nei giorni scorsi sintomatologia compatibile.
Da ormai tre giorni nelle farmacie comunali della Regione è in distribuzione il kit con 10 larvicidi, uno spray repellente e una pennetta disinfettante al prezzo calmierato di 15 euro (800 quelli disponibili complessivamente).
La situazione – sottolinea la Regione – è monitorata costantemente, così come è continua l’interlocuzione con ministero della Salute e Istituto superiore di sanità, con i quali c’è stato un incontro il 1° ottobre al quale hanno partecipato anche rappresentanti regionali e territoriali. Oggi tornerà invece a riunirsi il Gruppo operativo regionale per le emergenze sanitarie (Gores), formato da esperti di varie discipline, che si occupa anche di eventi sanitari epidemici, che già nei giorni scorsi aveva effettuato un primo incontro sul problema.
La Regione informa che per prevenire la malattia, trasmessa unicamente dalle zanzare, sono state messe in atto tutte le misure di sanità pubblica previste. Come da indicazione del Dipartimento di prevenzione della Ast, il Comune di Fano ha effettuato la disinfestazione su tutta l’area urbana di Fano e avviato un intervento per eliminare le larve. Inoltre è partita una campagna informativa per sensibilizzare la popolazione residente su come eliminare le zanzare nei giardini e nelle aree private: va eliminata l’acqua stagnante dei vasi e delle ciotole degli animali; è consigliato indossare maniche e pantaloni lunghi di colore chiaro, utilizzare le zanzariere alle finestre e usare repellenti efficaci.
Sono state posizionate nel territorio alcune trappole per zanzare, utili per definire la consistenza della popolazione in grado di trasmettere il virus e l’eventuale infettività. Le zanzare catturate verranno esaminate dal laboratorio per le malattie trasmesse da vettori dell’Istituto zooprofilattico sperimentale Umbria e Marche.
Di fatto, la situazione preoccupa e c’è chi – come il virologo marchigiano Roberto Burioni (nella foto), non esita a definirla fuori controllo. “Le infezioni sono come minimo il doppio” scrive l’esperto su Facebook, evidenziando come vada considerato anche il sommerso. “Speriamo nell’arrivo del freddo. Di nuovo, pensate fosse successo a giugno”. Per Burioni, la prima cosa da fare , è “eliminare le zanzare tigre che trasmettono la malattia”. Che è poi esattamente quello si è subito preoccupata di fare la Regione,
Dal punto di vista medico, spiega ad Adnkronos Salute il virologo e microbiologo dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, “dove ci sono uomini non ci devono essere zanzare tigre. Fine del discorso. Se poi per altri motivi si decide di non eradicarle (magari di non provarci neanche) la questione è politica, e bisogna in questo caso essere pronti a pagare il prezzo della diffusione evitabile di queste malattie. Non dimentichiamo che nel 1946 abbiamo eradicato dall’Italia la zanzara anofele, e con essa la malaria”.
Burioni precisa che “la Dengue non è, come hanno improvvidamente detto alcuni, una semplice influenza. Nella maggioranza dei casi la malattia, pur gravata da sintomi estremamente fastidiosi (in molti Paesi la chiamano ‘febbre spaccaossa’, e questo è esemplificativo), guarisce spontaneamente. Ma in un paziente su 20 ha un decorso molto più grave e può essere addirittura fatale. Non abbiamo farmaci specifici e abbiamo da pochissimo un vaccino, che però è inutilizzabile nel contesto italiano e sembra non avere un’efficacia altissima”. La Dengue, ricorda, “viene trasmessa esclusivamente dalle zanzare tigre (non le altre specie), che pungono un individuo infetto (che in oltre il 50% dei casi è asintomatico), si infettano a loro volta e rimangono in grado di trasmettere la malattia per tutta la loro vita, che è di un mese circa”.
Per fortuna, riflette Burioni, “nella situazione di Fano un aiuto ci dovrebbe arrivare dall’abbassarsi delle temperature. Sotto i 16 gradi le zanzare tigre diventano molto meno attive e quindi meno efficaci nel trasmettere l’infezione. Però pensiamo cosa sarebbe successo in una zona a vocazione turistica se questa situazione si fosse verificata non ai primi di ottobre, ma in giugno. In questo momento, se io fossi un turista a Fano, me ne andrei immediatamente. Questa volta probabilmente ci è andata bene, ma impariamo per il futuro”.
Per il virologo è ovvio “che in questo contesto il modo per controllare la Dengue è agire sul vettore, quindi sulla zanzara tigre. Dobbiamo usare repellenti (quelli veri, non quelli ‘naturali’), far sì che le zanzare non possano deporre le uova e quindi proliferare (quindi eliminare tutti i ristagni di acqua, anche se minimi). Ovviamente quando è in corso un focolaio epidemico diventa indispensabile uccidere le zanzare adulte e potenzialmente in grado di trasmettere l’infezione, per cui bisogna agire con grande energia”.