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martedì 14 Gennaio 2025
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Amr, in Italia 11mila morti l’anno e 200 ricoveri al giorno, Zaffini: “Questione cruciale”

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Roma, 7 ottobre – Nel nostro Paese il dilagare della resistenza agli antimicrobici (Amr) causa  11mila morti all’anno e il ricovero di 200 persone ogni giorno. Il fenomeno – come ormai da qualche anno ci si affanna a ricordare – è causato in gran parte dall’uso eccessivo di antibiotici e si può limitare in primo luogo con massicce campagne di informazione ai cittadini, come quelle avviate da qualche anno dal nostro ministero della Salute. La situazione, però, continua a essere oltremodo problematica e ( i dati sono dell’Iss e si riferiscono al 2022) se per alcune combinazioni patogeno/antibiotico, tra cui Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, si osserva un trend in diminuzione rispetto agli anni precedenti,  le percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici si mantengono invece elevate per gli altri sette patogeni sotto sorveglianza (Staphylococcus aureus, Streptococcus pneumoniae, Enterococcus faecalis, Enterococcus faecium, Escherichia coli, Pseudomonas aeruginosa e Acinetobacter species), in qualche caso (E. faecium) con un continuo trend in aumento.

Sul terreno dell’informazione e sensibilizzazione dei cittadini, dunque, bisogna fare ancora di più e un ruolo fondamentale potrebbero recitarlo le associazioni dei pazienti. Proprio questo è stato il tema al centro di un evento tenutosi nella sala di Santa Maria in Aquiro del Senato, a cura di Altems (l’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore), su iniziativa del presidente della Commissione Affari sociali e sanità del Senato Francesco Zaffini (nella foto),realizzato con il contributo non condizionante di Pfizer.

“La ricerca sulle infezioni resistenti agli antibiotici è un tema cruciale considerato strategico anche in vista della prossima legge del bilancio” ha esordito Zaffini. “Uno degli obiettivi è quello di spostare i fondi della ricerca dalla voce di ‘spesa corrente’ alla voce di ‘investimento’“.

L’Organizzazione mondiale della sanità e la Commissione europea prevedono che l’Amr potrà causare nei prossimi anni un significativo aumento di malattie e mortalità a livello mondiale: sono stimati 39 milioni di decessi nei prossimi 25 anni. Per fermare questi dati impressionanti, vanno innanzitutto unite le forze: le associazioni di pazienti e cittadini che hanno accolto l’appello di Altems sono circa 40, in particolare quelle che si occupano di persone con patologie croniche e rare, che spesso rendono i pazienti più suscettibili alle infezioni.

“Negli ultimi anni è aumentato l’impatto dell’Amr, sia sulla qualità della vita dei pazienti, che possono incontrare infezioni correlate all’assistenza in 53 casi su 1000, sia di tipo economico, quantificabile in oltre 1 miliardo speso per ricoveri extra provocati da queste infezioni. Un ruolo chiave è dunque sicuramente quello dei modelli gestionali e di presa in carico”  ha spiegato Francesco Saverio Mennini (nella foto a destra), capo dipartimento della Programmazione, dei dispositivi medici, del farmaco e delle politiche in favore del Servizio sanitario nazionale al ministero della Salute.

Altems ha avviato un percorso dedicato alle associazioni di cittadini e pazienti, denominato PatientAdvocacy Lab, che permetterà di amplificare la voce dei pazienti e dei volontari, sensibilizzare l’opinione pubblica sull’Amr: “Noi come Patient Advocacy Lab lavoriamo attivamente al coinvolgimento delle associazioni pazienti e dei cittadini nel contrasto all’Ams per dare un supporto concreto in preparazione del G7 Salute”  chiarisce Teresa Petrangolini, direttrice Pal di Altems. “Il nostro principale obiettivo è proteggere le persone fragili, in particolar modo quelle affette da patologie croniche e rare, promuovendo comportamenti corretti in tutti gli ambienti di riferimento e invocando l’azione civica dei cittadini nei confronti delle istituzioni sanitarie nazionali e regionali”.

Il direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute Francesco Vaia (nella foto) ha fornito i dati: per la resistenza agli antimicrobici 33mila morti in Europa, 11mila in Italia, un terzo del totale. E poi, un milione e trecentomila giornate di degenza l’anno in Italia: “Dobbiamo evitare che gli antibiotici siano prescritti oltre il necessario e diventino inefficaci” ha sottolineato Vaia. Anche perché – ha ricordato Entela Xoxi, ricercatrice di Altems.”meno del 3% degli antibiotici passano dallo stato pre-clinico alla commercializzazione, quindi è molto lenta la produzione di nuovi antibiotici che sostituiscano quelli non più utilizzabili”.

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