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venerdì 14 Febbraio 2025
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Ffs e Adf su tracciabilità europea: “Criticità per Dpc e movimentazioni infra-gruppo”

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Roma,5 ottobre – Anche Federfarma Servizi (Ffs)e l’Associazione Distributori farmaceutici (Adf) sono state ascoltate il 1 ottobre (qui il video) dalle Commissioni Affari Sociali della Camera (XII) e del Senato (10a) nel quadro dell’ampio calendario di audizioni di rappresentanti di istituzioni e delle associazioni degli stakeholders avviato sullo schema di decreto legislativo predisposto dal Governo per adeguare la normativa nazionale al Regolamento delegato UE 2016/161 concernente tracciabilità delle confezioni dei farmaci e relative misure anti-contraffazione,

Le due sigle hanno avuto modo di esporre le principali criticità che, a loro giudizio, il nuovo sistema di verifica dei farmaci comporterà per il settore della distribuzione intermedia dei medicinali, un comparto che garantisce la fornitura quotidiana di oltre 1,8 miliardi di confezioni farmaceutiche a oltre 25.000 farmacie e parafarmacie in tutta Italia.

Il nuovo sistema di verifica europeo dei medicinali dovrebbe entrare in vigore nel nostro Paese il 9 febbraio 2025 e, per evitare pesanti rallentamenti dell’attuale operatività dei distributori intermedi di farmaci, è indispensabile esentare i grossisti dalla verifica dell’identificativo univoco per le movimentazioni infra-gruppo e da centrali di acquisto, nonché per i medicinali in distribuzione per conto (Dpc), come sostenuto in audizione dal presidente di Federfarma Servizi  Antonello Mirone (nella foto qui a sinistra) e dal vicepresidente di Adf Luca Sabelli.

Se tali esenzioni non verranno espressamente previste” chiarisce il presidente di Adf Walter Farris (nella foto a destra) in una nota congiunta successivamente diramata dalle due sigle “saranno inevitabili le ripercussioni sulla tempestività del servizio distributivo e, quindi, sulla pronta dispensazione dei farmaci al cittadino, così come oggi conosciuta e apprezzata da tutti”.

Il sistema attuale di distribuzione intermedia, hanno sostenuto Federfarma Servizi e Adf,  è un modello efficiente e capillare, con consegne effettuate in farmacia in media entro 3 ore dall’ordine. L’introduzione di verifiche manuali dei 60 milioni farmaci consegnati in Dpc e delle milioni di confezioni movimentate infra-gruppo e da centrali di acquisto partecipate dai distributori intermedi,  precisa Mirone,  “comporterà un aggravio dei tempi di allestimento e consegna, oltre a necessari investimenti e costi insostenibili per un comparto che versa da anni in una situazione di difficoltà economica per la sotto-remunerazione del servizio di distribuzione dei farmaci Ssn di classe A.

Come sottolineato dalle due sigle della distribuzione intermedia durante le audizioni in Camera e Senato e come evidenziato anche nella riunione con il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato tenutasi il 3 ottobre, l’esclusione dell’obbligo di verifica richieste per la Dpc e per i passaggi infra-gruppo e da centrali d’acquisto non inficia in alcun modo la ratio del nuovo sistema di verifica del farmaco, trattandosi di ipotesi specifiche in cui i farmaci movimentati provengono dalle industrie produttrici, per cui non vi è alcun rischio di contraffazione né tanto meno di manomissione delle confezioni in questione.

Ringraziando il ministero della Salute e le Commissioni parlamentari, Federfarma Servizi e Adf ribadiscono nel comunicato congiunto che l’impegno dei distributori è garantire che il flusso di farmaci verso i cittadini non subisca interruzioni o ritardi. “Il servizio pubblico della distribuzione intermedia si conferma un pilastro essenziale del Sistema sanitario nazionale e regionale” concludono le due sigle “la cui sostenibilità ed efficienza operativa vanno garantite, a tutela della salute pubblica”.

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