Roma, 9 ottobre – Grave lutto per la comunità professionale dei farmacisti, per l’improvvisa scomparsa di Giuseppe Perroni (nella foto), presidente del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, la più antica e prestigiosa istituzione professionale dei farmacisti italiani, che si avvia a compiere 600 anni di vita.
Si è spento nella notte tra il 7 e l’8 ottobre, poche ore dopo aver dedicato le sue cure e il suo tempo alle attività dell’antico sodalizio, che proprio nella serata di ieri, 8 ottobre, avrebbe dovuto celebrare uno degli stimolanti incontri culturali infaticabilmente organizzati da Perroni per mantenere viva la plurisecolare funzione di stimolo di conoscenza e di crescita professionale che ha sempre caratterizzato la storia del Nobile Collegio, che nel suo illustre passato ha anche raggiunto il rango di Universitas. formando i farmacisti romani.
Il messaggio fatto pervenire proprio il 7 ottobre alla nostra redazione per avvisare che non avrebbe più avuto luogo l’appuntamento in calendario per l’indomani, dedicato a un tema affascinante (il Santuario del lago di Nemi, teatro di miti e leggende di rara suggestione), era permeato di rammarico e del garbo e della gentilezza che gli erano consueti: “Purtroppo la serata di domani sera non si terrà per due buoni motivi, mi dispiace. Ci vedremo al più presto”.
Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quello sarebbe stato il suo ultimo messaggio e che il presidente Perroni se ne sarebbe andato per sempre, lasciandoci più soli, orfani delle cure che ha profuso a piene mani, con inscalfibile passione, per ricordare all’intera comunità professionale che sì, a salvare il mondo sarà certamente anche la bellezza, a patto che non si dimentichi che essa può essere riconosciuta e apprezzata solo grazie alla sensibilità che arriva dal sapere e dalla conoscenza.
Nei suoi anni alla guida dell’antica Universitas Aromatariorum romana, inestimabile patrimonio dei farmacisti romani ammirato (e invidiato) in tutto il mondo, Perroni ha dato un formidabile impulso all’istituzione, rammaricandosi e crucciandosi spesso per non riuscire a fare ancora di più del tantissimo che faceva, ma in realtà non perdendo mai l’occasione per proporre e ospitare appuntamenti stimolanti per la crescita culturale della comunità professionale.
Lascia una ricchissima eredità di attività, occasioni, pubblicazioni, avvenimenti e scritti che hanno depositato sedimenti preziosi nei farmacisti romani, patrimonio che resterà nel futuro, e il suo esempio sarà certamente un faro per chi gli succederà. Chiunque egli possa essere, troverà conforto e coraggio nel sapere che basterà guardare all’esperienza di Perroni nei suoi mandati alla presidenza del secolare sodalizio professionale (dove fu eletto la prima volta nel 2018, dopo aver ricoperto per 12 anni la carica di segretario, e quindi successivamente confermato) per avere una chiara indicazione della strada da percorrere per onorare la missione di conservare al Nobile Collegio il suo ruolo di “motore” e “officina” di saperi per la professione.
Sarebbe però una grave omissione non ricordare che la stima e l’apprezzamento di cui godeva Perroni nella comunità professionale (non solo a Roma, ma in tutta Italia) nascono anche dall’impegno a tutto tondo che egli ha svolto negli anni a favore della comunità dei farmacisti, sempre in primissima fila, soprattutto in ambito sindacale: è stato membro dell’Assemblea nazionale di Federfarma, per anni vice-presidente di Federfarma Roma (di cui è stato anche consigliere) nonché tesoriere di Federfarma Lazio, distinguendosi non solo per la passione della sua partecipazione, ma anche e soprattutto per la sua grande competenza.
Oltre al collega impegnato, entusiasta e sempre disponibile c’era ovviamente l’uomo e, al riguardo, non è necessario spendere troppe parole: chiunque lo abbia conosciuto o anche solo avvicinato ha avuto modo di imparare, quasi per osmosi, il significato di valori come il rispetto, l’attenzione agli altri, la generosità, la naturale propensione a cercare sempre il confronto, costruendo ponti e cercando invece di abbattere i muri. Altro non c’è da aggiungere, se non che l’uomo mancherà quanto e più del grande professionista che è stato. Gli sia lieve quella terra che ha calpestato in vita con esemplare dignità.
Perroni, classe 1947, era iscritto dal 1970 all’Ordine dei farmacisti di Roma, lo stesso al quale sono iscritte la moglie Maria Donatella e la figlia Chiara, entrambe farmaciste, che ne piangono la perdita improvvisa insieme a Fabio, l’altro figlio.
Il Consiglio direttivo e il personale dell’Ordine di Roma, l’intera comunità professionale dei farmacisti romani e la redazione di RIFday partecipano con vera e sincera commozione al loro dolore e a quello di tutta la famiglia.