Roma, 21 ottobre – Alla lunga lista delle qualità e proprietà di Ozempic, l’analogo del Glp-1 impiegato con eccellenti risultato come antidiabetico, obesità e altre condizioni associate, potrebbe presto aggiungersene un’altra: da uno studio pubblicato su Addiction (autore principale Fares Qeadan, nella foto, della Loyola University Chicago) emerge infatti che “le persone con disturbo da uso di oppioidi o alcol che assumono Ozempic o farmaci simili per curare condizioni correlate al diabete e al peso sembrano avere un tasso del 40% inferiore di overdose da oppioidi e del 50% inferiore di intossicazione da alcol, rispetto a chi ha le stesse dipendenze ma non assume medicinali come Ozempic”. Semplificando all’osso, la semaglutide (arcinoto principio attivo di Ozempic) dimezzerebbe o quasi il rischio di overdose.
Ozempic, spiegano gli autori dello studio, interagisce con una regione del cervello detta sistema mesolimbico, riducendo l’appetito e inducendo un senso di soddisfazione dopo aver mangiato. Il sistema mesolimbico, però, si sovrappone ai processi cerebrali che governano i comportamenti di dipendenza. Questo suggerisce che semaglutide e farmaci simili – compresi quelli che agiscono sui recettori dell’ormone Gip, oltre che su quelli di Glp-1 – potrebbero anche alterare i meccanismi di risposta all’assunzione di sostanze a rischio abuso.
Finora la maggior parte delle ricerche sull’uso degli analoghi di Glp-1 e Gip contro i disturbi da uso di sostanze è stata fatta sugli animali o sull’uomo, ma in piccoli numeri. Il nuovo studio ha coinvolto invece più di 1,3 milioni di persone con una storia di dipendenza da oppioidi (503.747) o da alcol (817.309). Fra questi, quasi 14mila (8.103 con dipendenza da oppioidi e 5.621 con dipendenza da alcol) avevano una prescrizione per un farmaco agonista dei recettori di Glp-1 o Gip. E tra chi li assumeva il rischio di overdose/intossicazione era inferiore, appunto, del 40% e del 50% rispettivamente.
“Questo studio – ritengono gli autori – potrebbe introdurre un nuovo promettente trattamento per i disturbi da uso di sostanze”.