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martedì 14 Gennaio 2025
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“Caso nirsevimab”, il farmaco anti-bronchiolite gratis da novembre a tutti i neonati

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Roma, 22 ottobre – Si avvia finalmente a soluzione il caso nato intorno alle terapie anti-bronchiolite, generato da alcune contraddittorie comunicazioni del ministero della Salute che avevano suscitato le comprensibili reazioni delle Regioni in piano di rientro per situazioni di difficoltà nei bilanci sanitari, alle quali le prime indicazioni del dicastero precludevano l’impiego di nirsevimab, l’anticorpo monoclonale sviluppato da AstraZeneca e Sanofi.

Il “divieto” iniziale, anche a seguito delle preoccupazioni subito manifestate dalla comunità medico-scientifica (che sollecitava l’immediata disponibilità del farmaco per tutti i neonati, per immunizzarli contro l’imminente stagione di massima diffusione del Rsv, che solo lo scorso anno ha provocato in Italia 15mila ricoveri per bronchiolite, di cui 3mila in terapia intensiva, con 16 decessi) e delle proteste delle Regioni interessate, soprattutto del Sud, è stato subito corretto da una successiva comunicazione, con la quale veniva annunciato l’avvio di un’interlocuzione con Aifa e Regioni per trovare una soluzione al problema.

E la soluzione è alla fine arrivata con il piano elaborato dallo stesso ministero della Salute, con il quale vengono messi a disposizione 50 milioni di euro (inclusi nel decreto ministeriale di riparto del Fondo sanitario nazionale per il 2024, da approvare entro metà novembre) per garantire nirsevimab a tutti i neonati del Paese a partire dal prossimo mese di novembre.

Il piano, che ha già incassato l’ok della  Conferenza Stato-Regioni, prevede che l’accesso al farmaco venga garantito a tutti i piccoli che nasceranno a partire da novembre e quelli nati nei 100 giorni precedenti, ovvero da fine luglio. Il piano di immunizzazione riguarderà anche i bambini fragili con meno di 24 mesi e sarà successivamente valutato un “eventuale allargamento progressivo a tutta la coorte 2024 in base all’andamento del progetto”.

Quanto alla ripartizione delle dosi del farmaco tra le Regioni, sarà regolata da un meccanismo di “cessione solidale”: le Regioni che hanno già concluso la gara d’acquisto “al fine di soddisfare il fabbisogno delle Regioni sprovviste dell’anticorpo monoclonale” cederanno il 20% di dosi nella loro disponibilità.

L’attività, chiarisce l’accordo, “verrà avviata da novembre. La durata iniziale sarà di 6 mesi, con possibilità di estensione in base ai risultati e alla disponibilità di risorse”.

Il modello operativo prevede il coinvolgimento delle strutture sanitarie. “Sarà compito delle Regioni” si legge nell’accordo “individuare le strutture sanitarie pubbliche e private accreditate che saranno coinvolte nell’erogazione delle prestazioni previste per i neonati e i soggetti con meno di 24 mesi”.

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