Roma, 24 ottobre – Il testo del disegno di legge di bilancio 2025, “bollinato” dalla Corte dei Conti, firmato ieri dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e quindi presentato alla Camera dove inizierà il suo percorso parlamentare, non sembra soddisfare l’industria del farmaco italiana. È quanto emerge dal comunicato congiunto diffuso ieri da Farmindustria ed Egualia, le due sigle che rappresentano praticamente la totalità della produzione farmaceutica italiana: pur affermando che da una prima lettura del testo emergono per la farmaceutica alcuni elementi (l’aumento delle risorse anche per i farmaci e antibiotici innovativi), le due associazioni manifestano infatti la loro delusione per il permanere di “alcune criticità non risolte”.
La prima tra tutte è il mancato riconoscimento del “fisiologico trend di crescita della spesa farmaceutica in ospedale, che resta nettamente sotto-finanziata. Con payback a carico delle imprese, pari a oltre due miliardi di euro nel 2024, che continuano a crescere e non sono più sostenibili”.
La seconda lagnanza riguarda l’ostinazione nel non riconoscere “il valore degli investimenti e delle produzioni dell’industria farmaceutica nella nazione, perché non tiene conto dell’aumento esponenziale dei costi di tutte le materie prime”. Il settore, si legge nel comunicato stampa, “aveva chiesto un segnale di riduzione degli oneri sulle imprese e si ritrova invece nel testo della legge di bilancio una misura di aumento del margine a favore della distribuzione con la diminuzione di quelli dell’industria. A nulla sono serviti gli allarmi ripetuti sull’urgenza di misure che garantiscano sostenibilità al comparto farmaceutico”.
Seguendo comme il faut il manuale della corretta interlocuzione istituzionale, Farmindustria ed Egualia riconoscono al Governo “attenzione allo straordinario valore strategico delle imprese farmaceutiche in termini di ricerca, occupazione di qualità, export, come dimostra tra l’altro il saldo estero positivo di oltre 10 miliardi di euro” ed esprimono l’auspicio che “i Ministeri competenti confermino questa attenzione intervenendo perché nell’iter parlamentare le misure penalizzanti siano corrette e le criticità superate”. Ma le due sigle delle aziende del farmaco non mancano di evidenziare in conclusione che se ciò non accadesse, non solo non si consentirebbe alla più importante manifattura del Paese di accelerare, ma si frenerebbe la sua crescita in Italia, “che invece ha bisogno di essere competitiva in Europa e nel mondo”.