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martedì 14 Gennaio 2025
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Ddl Bilancio alla Camera, misure sui farmaci: sconcerto dell’industria, va bene ai distributori

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Roma, 25 ottobre – Manovra di bilancio 2025: se i contenuti del testo del ddl (già “bollinato dalla magistratura contabile, firmato dal Presidente della Repubblica e inviato alla Camera per il prescritto iter parlamentare) hanno deluso l’industria, come riferito ieri dal nostro giornale, non si può davvero dire che sia andata male per il comparto della distribuzione intermedia del farmaco, che si sono visti riconoscere un adeguamento (richiesto fino allo sfinimento) della quota che remunera il loro servizio, che passa dal 3% al 3,65% per cento, con la clausola che impone la non cedibilità della quota a titolo di sconto ad altri soggetti della filiera del farmaco. A rallegrare i distributori è anche il riconoscimento di un’integrazione di 0,05 euro per ogni confezione di farmaco di classe A distribuita a favore delle farmacie territoriali, nel limite di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027.

Farmindustria ed Egualia, forti (soprattutto la prima) di un solido rapporto con l’attuale governo, al quale la sigla delle aziende del farmaco non mai fatto mancare negli ultimi due anni il suo convinto endorsement,  sono rimaste comprensibilmente deluse dal testo del disegno di legge di bilancio sbarcato in Parlamento, dove contano ora di ottenere un’adeguata correzione delle “misure penalizzanti” e l’inserimento di misure finalizzate a superare le criticità che ancora pesano sul settore.  I rappresentanti della più importante manifattura d’Italia, decisiva per i numeri del nostro export, non fanno infatti mistero di considerare insufficiente l’aver ottenuto dal ddl “solo” un aumento delle risorse per i farmaci innovativi, ben poca cosa – esplicita il comunicato congiunto diffuso dalle due sigle due giorni fa – a fronte del mancato riconoscimento del “fisiologico trend di crescita della spesa farmaceutica in ospedale, che resta nettamente sottofinanziata” e del permanere del payback a carico delle imprese, un gravame di oltre due miliardi di euro nel 2024, in continua crescita “e non più sostenibile“.

L’industria, insomma, si aspetta ben altro, ovvero il riconoscimento del “valore degli investimenti,… perché non si tiene conto dell’aumento esponenziale dei costi di tutte le materie prime”, assente invece nell’attuale formulazione del ddl. Da qui l’auspicio – ma assomiglia più a una tirata di giacca –  che “i ministeri competenti intervengano perché nell’iter parlamentare le misure penalizzanti siano corrette e le criticità superate”.

Sugli scudi, in particolare, è la sigla delle aziende di equivalenti, biosimilari e value added medicines, Egualia, che ha chiesto e ottenuto ieri un incontro urgente con il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato (nella foto), al quale è stato rappresentato il profondo sconcerto dell’industria per una manovra che va in direzione opposta a quanto richiesto: nessuna misura di alleggerimento del payback, più volte sollecitato, e – al contrario – l’inserimento di una riduzione dei prezzi ex factory con la revisione al ribasso delle quote di spettanza sul prezzo al pubblico delle aziende produttrici per i farmaci di classe A. Tradotto, una mazzata per i farmaci equivalenti, e questo spiega il presidente Stefano Collatina (nella foto)dopo che da 3 anni stiamo sperimentando crescenti difficoltà a sostenere industrialmente tutti i farmaci critici per le terapie croniche. Se noi non saremo nelle condizioni di tenere in commercio i farmaci a rimetterci alla fine saranno i cittadini”, perché mancheranno le premesse per contrastare l’inevitabile fenomeno delle carenze.

Collatina sembra non capacitarsi:Meno di una settimana fa, alla presentazione del Rapporto annuale di Nomisma sul settore degli equivalenti, le istituzioni hanno riconosciuto l’urgenza di intervenire ed ora ci ritroviamo a parlare di una riduzione del prezzo ex factory” afferma  il presidente di Egualia. “Nessuno mette in dubbio le legittime istanze della distribuzione ma non possiamo accettare che tale sostegno arrivi a discapito delle nostre imprese, quelle stesse che continuano a garantire risparmi costanti all’Ssn e sono rimaste spesso le uniche fornitrici di farmaci essenziali per le terapie croniche”.

«Sono misure destinate ad incidere nella carne viva delle aziende di farmaci fuori brevetto che già oggi vedono i propri margini ridotti al limite”  conclude Collatina. “Di questo passo i distributori si troveranno ad avere sempre meno farmaci da distribuire. Speriamo che la politica riesca a comprenderlo e inverta la rotta”. Un messaggio lanciato al Governo in vista dell’ormai prossima discussione del provvedimento in Parlamento.

I relatori del ddl Bilancio 2025 alla Camera dei Deputati saranno Ylenja Lucaselli (FdI), Mauro D’Attis (Forza Italia) e Silvana Comaroli (Lega), nelle foto accanto da sinistra a destra, nell’ordine. Le audizioni dovrebbero prendere il via da lunedì 28 ottobre mentre il termine per il deposito degli emendamenti dovrebbe essere fissato tra l’8 e il 10 novembre. Il testo, secondo le previsioni più accreditate, dovrebbe sbarcare in Aula il 18 novembre, per poi passare all’esame dell’assemblea di Palazzo Madama.

I contenuti del ddl

In estrema sintesi, i punti dei principali contenuti del disegno di legge di Bilancio 2025 sono rappresentati: dalla proroga degli effetti della riforma fiscale e dal taglio del cuneo fiscale; dal rinnovo dei contratti del pubblico impiego; dall’incremento delle risorse per finanziare il rinnovo dei contratti della sanità; dal supporto supporto alle famiglie e bonus nascite; dagli incentivi, in materia di lavoro e imprese, finalizzati all’occupazione dei giovani e delle lavoratrici, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027; dall’adeguamento delle pensioni e dagli investimenti pubblici post Pnrr.

In materia di sanità e farmaci, spiccano  in particolare quattro articoli, il n. 47, concernente il rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale, il n. 49, contenente misure in materia di farmaci innovativi, antibiotici reserve e farmaci ad innovatività condizionata, il n. 54  dedicato alla dematerializzazione delle ricette mediche cartacee per la prescrizione di farmaci a carico del Ssn, dei Sasn e dei cittadini) e il n. 57 che ridetermina le quote di spettanza delle aziende farmaceutiche e dei grossisti e contiene misure a sostegno dei distributori farmaceutici.

Finanziamento del Fondo sanitario nazionale, più 2,5 miliardi

Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è incrementato, ai sensi dell’art. 47, di 1.302 milioni di euro per l’anno 2025, che si vann a sommare ai 1.200 milioni stanziati dalla scorsa legge di bilancio, per uno stanziamento complessivo per il prossimo anno di 2,5 miliardi circa, che portano il totale del Fsn a 136,5 miliardi. Tanti? Pochi? Sul punto infuria la polemica: per il Governo, quello previsto per il 2025 è un incremento rilevante (e oggettivamente lo è) ma le molte analisi sulle condizioni del nostro Ssn effettuate anche da soggetti indipendenti, così come l’opinione largamente prevalente tra gli esperti e i professionisti che operano all’interno del sistema salute, concordano nel ritenere lo stanziamento previsto del tutto insufficiente a far fronte alle esigente vitali del Ssn,  a cominciare dalle risorse necessarie rinnovare i contratti di un personale sanitario sempre più in crisi.

In ogni caso, il ddl bilancio prevede ulteriori crescite del Fsn negli anni successivi, con incrementi di 5,08 miliardi di euro per l’anno 2026, 5,78 per il 2027, 6,66  per il 2028, 7,72 il  2029 e 8,9 a decorrere dall’anno 2030, fino ad arrivare nello stesso 2030 a 144,4 miliardi, con un accantonamento di una quota parte di risorse da destinare ai rinnovi contrattuali.

Farmaci innovativi e antibiotici per infezioni da germi multi-resistenti

Per quanto riguarda i farmaci innovativi e gli agenti anti-infettivi per infezioni da germi multi-resistenti già inseriti nel prontuario farmaceutico nazionale e classificati come “reserve” secondo la nomenclatura “AWaRe” dell’Oms, di cui si occupa l’art. 49 del ddl,  rimandiamo direttamente al testo del provvedimento, limitandoci qui a ricordare che l’articolo in questione introduce in buona sostanza criteri stringenti per i farmaci innovativi: potranno accedere a fondi specifici soltanto se soddisfano una serie di stringenti criteri di efficacia e sicurezza  per un periodo limitato di tempo (36 mesi).  Le risorse, in altri termini, verranno destinate soltanto ai medicinali che dimostrano un valore terapeutico effettivo e concreto.

Per quanto riguarda gli antibiotici riservati per infezioni da germi multi-resistenti, potranno accedere a fondi dedicati che non potranno comunque superare l’importo massimo di 100 milioni di euro annui.

Dematerializzazione delle ricette mediche cartacee

Se ne occupa, come già anticipato, l’art. 54 del ddl.  Al fine di potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva, nonché garantire una più completa alimentazione del Fascicolo sanitario elettronico, tutte le prescrizioni a carico del Ssn e dei Servizi territoriali per l’assistenza sanitaria al personale navigante, marittimo e dell’Aviazione civile (Sasn) e a carico del cittadino devono essere effettuate in formato elettronico. L’attuazione di questa misura è affidata alle Regioni.

 

Ddl Bilancio 2025, il testo bollinato

 

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