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martedì 10 Dicembre 2024
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Primi casi di Australian flu in Italia, partono bene le vaccinazioni in farmacia a Verona

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Roma, 5 novembre – Grande risposta dei cittadini veronesi, almeno nelle 100 farmacie che assicurano il servizio, nei primi dieci giorni della campagna vaccinale antinfluenzale per la stagione 2024-25, con numerose richieste anche per la somministrazione del vaccino anti-Covid.

A comunicarlo è una nota stampa di Federfarma Verona, precisando che la richiesta dei vaccini antifle – somministrati gratuitamente a tutti i soggetti di età pari e superiore ai 60 anni (oltre ad alcune categorie specifiche), che abbiano comunque già effettuato almeno una vaccinazione, previa compilazione dell’anamnesi e del consenso informato, è stata fin qui davvero significativa.
“Stiamo assistendo a un afflusso massiccio nelle farmacie vaccinatrici, segno che la popolazione ci accorda la sua fiducia” spiega la presidente del sindacato dei titolari della provincia scaligere Elena Vecchioni (nella foto), che interpreta la scelta dei cittadini di proteggersi con il vaccino come un’adesione “alle indicazioni sanitarie sulla prevenzione per la salvaguardia della propria salute e di quella delle persone fragili. Ci vogliono almeno due settimane perché il vaccino attivi gli anticorpi necessari al fisico per combattere la malattia e quindi invitiamo con sollecitudine alla vaccinazione antinfluenzale poiché il picco è previsto verso la fine di novembre, in anticipo rispetto alla norma. Anche per le sindromi parainfluenzali che stanno circolando in questo periodo si invitano i pazienti a non ricorrere alle cure fai da te e men che meno assumere senza prescrizione medica gliantibiotici, che non curano affatto il virus ma le sue complicanze e solo laddove ce ne fosse realmente bisogno”.
Il comunicato stampa veronese arriva praticamente in concomitanza con i primi casi di influenza da virus H3N2 (che come è noto la stampa ha già ribattezzata come “australiana”) in Italia, seguiti al primo individuato a Novara già lo scorso 11 ottobre: è di ieri la notizia di un caso isolato a Genova, un uomo di  76 anni già ricoverato in Infettivologia al Policlinico San Martino, come riferisce in un post sui social Matteo Bassetti, direttore Malattie infettive dell’ospedale policlinico San Martino di Genova, fornendo anche altri dettagli sulle caratteristiche dell’influenza con la quale dovremo fare i conti quest’anno.

“In particolare predomina il quadro neurologico a dimostrazione del tropismo di H3N2 per tanti organi tra cui i polmoni e il cervello” spiega Bassetti, che si lascia andare a una previsione: “Se il buongiorno si vede dal mattino… non sarà una bella stagione influenzale”.

Un timore peraltro confermato dall’andamento dell’epidemia di Australiana nell’altro emisfero, dove è ovviamente arrivata prima che nel nostro, rivelandosi una malattia molto seria con molti casi, più di 15 milioni, e con molte ospedalizzazioni. “Dobbiamo temere che anche in Italia ci sarà una forma influenzale particolarmente grave e aspettarci una numerosità di encefaliti superiore a quella che abbiamo registrato negli anni scorsi”  ha spiegato Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana malattie infettive e tropical (Simit), a margine dell’incontro organizzato ieri a Roma da Pfizer per la presentazione della campagna Abituati a proteggerti, iniziativa iniziativa autorizzata dal ministero della Salute e realizzata con il patrocinio delle principali società scientifiche e professionali (ci sono, tra gli altri, anche la Fofi e Federfarma), con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della vaccinazione contro le infezioni respiratorie, in particolare tra gli over 60 e le persone con patologie croniche.

“Ricordiamoci che comunque in Italia mediamente ogni anno muoiono tra le 5.000 e le 15.000 persone per l’influenza, quindi evidentemente quando ragioniamo di una forma particolarmente grave come potrebbe essere l’Australiana, ci dobbiamo attendere una letalità che risulta essere particolarmente importante e quindi la vaccinazione diventa fondamentale” ha aggiunto Andreoni, insistendo sull’opportunità di puntare sulla prevenzione vaccinale.  “Il vaccino anti-influenzale ogni anno viene formulato in funzione di quello che ha circolato e che ci aspettiamo circolare anche in Italia. E’ bene ricordare che tutti i virus influenzali possono arrivare al sistema nervoso centrale quindi in grado di dare encefaliti anche molto gravi e molto rilevanti. Più la forma influenzale è grave”  ha concluso l’esperto “più osserveremo un numero più alto di casi con interessamento del sistema nervoso centrale”.

 

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