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mercoledì 12 Febbraio 2025
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Cattani: “Ddl Bilancio deludente, misure per il pharma sono un attacco all’industria”

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Roma, 11 novembre – Un attacco all’industria farmaceutica, comparto manifatturiero campione d’Europa nella produzione. Desta qualche sorpresa – dopo i riconoscimenti al Governo “per il dialogo franco e aperto avviato con l’industria del farmaco, cosa che è stata molto difficile in passato” e l’apprezzatissima posizione  “formale e coraggiosa rispetto all’attacco ideologico” contro la proprietà intellettuale che l’Europa avrebbe sferrato contro il pharma – il duro giudizio di Marcello Cattani (nella foto), presidente di Farmindustria, contro le misure del disegno di legge di bilancio 2025 che riguardano il settore farmaceutico.

“Al contrario di quanto annunciato” spiega Cattani in un’intervista a Il Sole 24 Ore “non si interviene per adeguare il tetto della spesa farmaceutica al trend reale della domanda di farmaci dei cittadini in continua crescita e spostato sempre più verso l’innovazione. E per giunta si modifica il meccanismo di remunerazione riducendo il margine all’industria per aumentare quello dei grossisti”.

Per il presidente della Farmindustria le misure proposte “vanno nella direzione opposta a quanto dichiarato” perché “a parole per il Governo siamo un settore strategico, ma poi nei fatti sembra di no, anche se il nostro auspicio è che ora la manovra cambi in Parlamento: c’è il tempo per farlo e noi siamo sempre pronti al dialogo”.

A deludere, principalmente, “c’è il mancato rialzo del tetto della spesa farmaceutica che tra il 2024 e il 2025 costerà alle aziende rispettivamente circa 2 miliardi e quasi 2,5 miliardi di payback”. Un salasso a cui si aggiunge “una misura assurda” che prevede un aumento dello 0,65% della remunerazione sul prezzo dei farmaci in favore dei grossisti e a danno delle imprese farmaceutiche: in pratica l’1% dei ricavi delle industrie passa ai grossisti e alle migliaia di farmacie private che fanno distribuzione in forma di cooperative (si stima un taglio per le aziende di 150 milioni circa).

E anche lì dove ci sono novità positive, come sul Fondo dei farmaci innovativi, si annida un altro “freno alla competitività e all’accesso ai nuovi farmaci”. L’industria farmaceutica chiede che “l’impatto del payback possa rimanere almeno stabile per poi ragionare per il futuro su un nuovo meccanismo completamente diverso legato al valore e all’impatto dei farmaci. In manovra il tetto sulla spesa farmaceutica deve salire dello 0,55% sul Fondo sanitario, un aumento da canalizzare in maniera univoca sulla spesa diretta e in più bisogna eliminare il payback sulla convenzionata calcolato sull’1,83% del prezzo di vendita dei farmaci”.

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