Roma, 21 novembre – Ma alla fine, cosa pensano gli italiani dei vaccini? Una risposta arriva da un’indagine condotta da EngageMinds Hub, centro di ricerca dell’Università Cattolica, campus di Cremona. Dalla quale emerge che per sette cittadini del Bel Paese su 10 sono efficaci nel prevenire le malattie, anche se circa quattro su 10 nutrono poca fiducia nella loro sicurezza.
Dai risultati completi della ricerca – disponibili e scaricabili dal sito www.engagemindshub.com – emerge che poco più di cinque italiani su 10 sono certi che le autorità pubbliche agiscano per il bene della comunità; due su 10 esprimono preoccupazione per la possibile insorgenza di una nuova pandemia, mentre quasi sette su 10 ritengono che la fase peggiore sia alle spalle.
Riguardo ai vaccini, secondo quanto riferisce una nota di sintesi, tra i più scettici rispetto alla loro efficacia, ossia tre italiani su 10 ci sono persone con un basso titolo di studio (50%) o senza un orientamento politico (42%) o che si collocano a destra (40%) e manifestano una mentalità complottista (56%).
La quota di chi ritiene i vaccini efficaci contro le malattie per cui sono stati realizzati è in lieve crescita rispetto alla precedente rilevazione (68% gennaio 2024 contro 70% novembre 2024). Cala invece di quattro punti la percentuale degli italiani che pensano che le autorità pubbliche agiscano nell’interesse della comunità (59% gennaio, 55% novembre). Al tempo stesso crescono in modo significativo le percentuali di quanti considerano la vaccinazione un’azione collettiva (72% contro 80%), che ritengono importante essere informati prima di effettuarla (74% contro 79% ), che valutano la sua utilità (67% contro 76%) nonché rischi e benefici (57% contro 73%)”.
Secondo i dati dell’indagine, a quasi cinque anni dall’emergenza sanitaria da Covid, quasi due italiani su 10 (18%) esprimono preoccupazione per la possibile insorgenza di una nuova pandemia, mentre per quasi sette italiani su 10 (68%) la fase peggiore è alle spalle. Solo il 16% degli intervistati si sente a rischio di contagio. A tal proposito, i dati segnalano come ci sia stato un aumento degli italiani che, in caso di febbre, si somministrerebbero un tampone rapido fai da te (30% a gennaio, 34% a novembre) e che si metterebbero in quarantena spontanea (9% contro 22%). Rispetto alle intenzioni di vaccinazione contro Covid 19, solo il 10% vorrebbe vaccinarsi anche quest’anno. Il 69% degli italiani non ritiene necessaria un’ulteriore dose di richiamo, mentre gli indecisi si attestano sul 21%.
“L’opinione pubblica è divisa sul tema vaccinazione” afferma Guendalina Graffigna (nella foto), direttrice di EngageMinds Hub della Cattolica. “Da un lato c’è chi la considera un gesto di responsabilità verso se stessi e la comunità. Dall’altro si manifesta una certa diffidenza, spesso alimentata da informazioni contrastanti e forse non chiare che possono minare la fiducia nelle istituzioni, portando alcune persone a percepire le misure preventive come non indispensabili. Dal nostro report, per esempio, si evidenzia che coloro che hanno bassi livelli di attivazione e coinvolgimento nella gestione della loro salute si mostrano meno fiduciosi verso l’utilità dei vaccini. Il 29% degli italiani percepisce la vaccinazione come un’azione preventiva non necessaria, poiché ritiene che il proprio sistema immunitario sia abbastanza forte o la malattia non viene percepita come grave”.
Continuando nell’osservazione degli atteggiamenti degli italiani verso i vaccini, dalla survey viene evidenziato “che poco più di quattro italiani su 10 (42%) hanno una bassa fiducia nella loro sicurezza: tra questi, il 54% ha un basso titolo di studio, il 48% è schierato politicamente a destra e il 58% non lo è affatto. Inoltre, chi ha una bassa fiducia nella sicurezza dei vaccini” si legge nell’indagine “ha anche bassi livelli di fiducia nella scienza (78%), nel Servizio sanitario nazionale (59%) e nelle istituzioni (52%)”.
“Nonostante vi siano esitazione e resistenza” prosegue Graffigna “i vaccini rappresentano uno strumento essenziale per contenere la diffusione dei virus e prevenire picchi di contagi che potrebbero mettere anche sotto pressione il sistema sanitario. In questo contesto, comunicare in modo chiaro e trasparente i benefici della vaccinazione rimane una sfida fondamentale per ristabilire la fiducia e garantire un’ampia adesione alle campagne vaccinali”.
Continuando nell’osservazione degli atteggiamenti degli italiani verso i vaccini, dalla survey viene evidenziato “che poco più di quattro italiani su 10 (42%) hanno una bassa fiducia nella loro sicurezza: tra questi, il 54% ha un basso titolo di studio, il 48% è schierato politicamente a destra e il 58% non lo è affatto. Inoltre, chi ha una bassa fiducia nella sicurezza dei vaccini ha anche bassi livelli di fiducia nella scienza (78%), nel Servizio sanitario nazionale (59%) e nelle istituzioni (52%)”.
“Nonostante vi siano esitazione e resistenza” conclude Graffigna “i vaccini rappresentano uno strumento essenziale per contenere la diffusione dei virus e prevenire picchi di contagi che potrebbero mettere anche sotto pressione il sistema sanitario. In questo contesto, comunicare in modo chiaro e trasparente i benefici della vaccinazione rimane una sfida fondamentale per ristabilire la fiducia e garantire un’ampia adesione alle campagne vaccinali”.