Roma, 22 novembre – In tempi in cui dilaga il fenomeno dell’Amr, minaccia sanitaria su scala mondiale che rischia di esporre l’intera umanità al rischio di infezioni del tutto prive di terapie farmacologiche efficaci per contrastarle e sconfiggerle, ogni notizia relativa alla nascita di nuovi antibiotici in grado di respingere l’attacco dei batteri resistenti è accolta con comprensibile sollievo.
Una promettente notizia arriva in questi giorni dagli States, dove – sulla base di lavori precedenti degli ultimi anni, che avevano fatto emergere le darobactine naturali come una promettente classe di composti per combattere le infezioni causate da patogeni Gram-negativi critici – i ricercatori di ACS Infectious Diseases hanno dimostrato un potenziale trattamento antibatterico da un analogo biosintetico non naturale della darobactina, chiamato D22, con attività antibatterica notevolmente migliorata.
Lo studio ha scoperto che D22 è attivo in vivo contro i principali patogeni umani Gram-negativi critici, come dimostrato (nei topi) il trattamento di infezione della coscia da Pseudomonas aeruginosa, di peritonite/sepsi da Escherichia coli e di infezione del tratto urinario (UTI). Inoltre, è stata osservata la sopravvivenza ripristinata degli embrioni infettati da Acinetobacter baumannii in un modello di infezione da pesce zebra. Queste proof-of-concept in vivo in diversi modelli di infezione contro patogeni altamente rilevanti, inclusi isolati farmaco-resistenti, evidenziano la versatilità delle darobactine nel trattamento delle infezioni batteriche e mostrano la superiorità di D22 rispetto alla darobactina naturale. Secondo i ricercatori, insieme a un profilo di sicurezza favorevole, queste scoperte aprono la strada a un’ulteriore ottimizzazione dello scaffold della darobactina verso lo sviluppo di un nuovo antibiotico.
Il metodo di impiego migliore, secondo gli studi e le osservazioni effettuate, sembra essere la somministrazione di D22 tramite iniezione, più efficace rispetto alla somministrazione orale. I risultati dimostrano che D22 può inibire le infezioni critiche, affermano i ricercatori, e sottolineano la promessa del composto per un ulteriore sviluppo verso futuri studi clinici come “una soluzione innovativa per combattere la resistenza antimicrobica“.
Lo studio è stato proposto il 20 novembre scorso, nel pieno della World Amr Awareness Week, la settimana mondiale dedicata alla sensibilizzazione sull’antibiotico-resistenza, sul sito dell’American Chemical Society.