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martedì 10 Dicembre 2024
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Antidepressivi, vendite per più di 500 mln l’anno, consumi in aumento tra i più giovani

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Roma, 28 novembre – Forse aveva ragione quel monumento del giornalismo italiano che era Indro Montanelli: la depressione è una malattia democratica, colpisce tutti. Soprattutto – e il dato potrebbe sembrare  a prima vista paradossale – le fasce di età più giovani, vista che è nella fascia   di età tra i 25 e i 34 anni che emerge l’incremento maggiore  di farmaci antidepressivi, con oltre il 10% in più rispetto all’anno precedente. E più o meno sugli stessi livelli è l’aumento di utilizzo degli stessi farmaci nella popolazione tra i 15 e i 24 anni, soprattutto tra gli adolescenti, dove si registra il 9,8% in più rispetto all’anno prima.

I dati scaturiscono da una recente analisi effettuata da Pharma Data Factory, dalla quale emerge una notevole crescita dell’uso di antidepressivi: da novembre 2023 a ottobre 2024 sono stati vendute 49 milioni di confezioni, ovvero almeno due milioni in più rispetto agli anni immediatamente precedenti: nel 2022, ad esempio, a fare uso di antidepressivi e regolatori dell’umore era stato il 6,7% della popolazione, sulla scorta di un trend in crescita sul quale ha senza dubbio pesato  la lunga emergenza Covid, con le paure e le ansie generate dai lunghi lockdown e dallo stravolgimento repentino e cruento delle abitudini di vita. Un disagio, un mal de vivre che, evidentemente, continua a protrarsi fino a oggi, ma che non può essre messo in conto tutto e solo alla pandemia.

Il raddoppio del consumo di antidepressivi registrato negli ultimi vent’anni in ben 18 Paesi europei, tra cui l’Italia, passando dalle 30,5 dosi giornaliere per mille persone nel 2000, alle 75,3 nel 2020, infatti, è figlio di una serie di concause, prima tra tutte la tendenza fino a non troppi anni fa a non considerare le sindromi depressive una malattia, con il risultate di lasciarle senza cura: gli stessi pazienti avevano molte più remore e timori nel ricorrere ai medici,  proprio per lo stigma che pesava su una condizione massacrata da pregiudizi tipo “Dai, fatti coraggio, un brutto periodo capita a tutti”, “Guarda, basta che cambi atteggiamento e ne uscirai”“Ma non è che questa tua asserita depressione è solo una ricerca di attenzioni?”, solo per citarne qualcuno tra i più comuni e diffusi (che peraltro, si incontrano purtroppo anche oggi).

Il mancato ricorso al medico (e il connesso corollario della mancanze di cure) ha anche molto spesso prodotto la conseguenza di affrontare lo stato depressivo autonomamente, con cure fai-da-te: pratica questa, come avvertono gli esperti della Società italiana di Neuropsicofarmacologia, che è ancora più dannosa della rinuncia al consulto medico: stiamo parlando di patologie trattate con tipologie di farmaci che devono essere prescritti da uno specialista dopo un’attenta valutazione e i cui effetti su ogni singolo paziente richiedono l’accurato e continuo monitoraggio di un medico esperto.

Dall’indagine di Pdf sull’uso degli antidepressivi in Italia, è interessante notare come anche in questo caso si registrino situazioni molto diverse nelle Regioni del Paese. “Per quanto riguarda le vendite”  spiega Giorgio Cenciarelli, ceo di Pdf (nella foto) “il record va alla Lombardia con 8 milioni di confezioni vendute nell’ultimo anno mobile, seguita da Toscana (poco meno di 5 milioni), Emilia Romagna e Piemonte (entrambi 4 milioni) e Veneto (poco meno di 4 milioni)”.

Per quanto riguarda le fasce di età, come già riferito il maggior consumo si registra in quella tra i 50 e i 64 anni, con 11 milioni di confezioni all’anno, ma gli incrementi più alti  si registrano in giovani e adolescenti; Altri grandi consumatori di antidepressivi sono però gli anziani tra i 75 e gli 84 anni (8,6 milioni di confezioni, + 3,5%).  Come già sottolineato, l’aumento più rilevante si registra però nella fascia dei giovani 25-34 anni, con un +10,4% a 1,8 milioni di confezioni vendute, e tra i  giovanissimi tra i 15-24 anni, un milione di confezioni e un aumento del 9,8%.

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