Roma, 28 novembre – Il problema esiste, è molto preoccupante e ormai non conosce frontiere: mancano i farmacisti, in molti Paesi della Ue, situazione che depotenzia, riducendola ai minimi termini, la possibilità per qualche tempo utilizzata in diversi Paesi di cercare forza lavoro professionale in altri Stati comunitari. Insomma, la carenza di professionisti del farmaco ha ormai raggiunto livelli allarmanti.
Alla questione, il Pgeu, la sigla che rappresenta, attraverso le loro associazioni nazionali, i farmacisti dei Paesi europei, ha rilasciato due giorni fa un position paper molto circostanziato, Pharmacists Workforce Shortage, dove insieme a una ricognizione analitica dei termini del problema lancia anche alcune proposte affinché vengano assunti con la dovuta urgenza interventi per risolvere una criticità che – in assenza di rimedi adeguati – potrebbe avere conseguenze drammatiche per i servizi farmaceutici europei, con gravi ricadute sull’accesso alle cure dei cittadini e un grave pregiudizio, dunque, per la loro salute.
Le ragioni del problema sono diverse e tutte individuate da tempo: tra le principali, vi è senza dubbio la particolare congiuntura temporale che vede i massicci pensionamenti non solo del significativo numero di farmacisti boomers ma anche di farmacisti che potrebbero lavorare ancora ma scelgono di andare anticipatamente in pensione, per il peso crescente dell’esercizio quotidiano della professione, a fronte di soddisfazioni e gratificazioni economiche ritenute in molti Paesi del tutto insufficienti. In questo contesto, gioca anche una parte rilevante il burn-out professionale: fare il farmacista è un attività sempre più complessa, impegnativa, sfidante e carica di responsabilità crescenti e pesi sempre più difficili da sostenere, che finisce per “consumare” chi la svolge. Quasi inevitabile, dunque, che i farmacisti che possono permetterselo lascino la professione farmaceutica per altre realtà lavorative. Oltre a questo, ha smesso ormai da tempo di funzionare il meccanismo fisiologico di ricambio che manteneva in equilibrio le uscite dalla professione con gli ingressi delle nuove leve. Le facoltà di Farmacia registrano una rilevante diminuzione delle iscrizioni dovuta anche alla perdita di attrattività dell’attività professionale, così che il saldo uscite-ingressi nella professione risulta da anni sbilanciato, con i secondi che non riescono più a compensare le prime: inevitabile lo squilibrio e la conseguente diminuzione di forza lavoro.
Per Pgeu, la situazione va affrontata strutturalmente, intervenendo su molti ambiti: quello contrattuale ed economico, quello della formazione, quello di una maggiore e più adeguata valorizzazione della risorsa professionale farmacista nei sistemi di salute nazionali, quello di supporti di comunicazione e promozinali sull’importanza sociale e sanitaria del farmacista e via elencando. Il position paper elenca al riguardo diverse direttrici di intervento, come:
♦ dare priorità agli sforzi inter-collaborativi tra enti sanitari, istituti scolastici, associazioni che rappresentano gli studenti e associazioni professionali per attrarre un bacino più ampio di studenti di farmacia che guardino a una carriera nelle famacie del territorio;
♦ sviluppare una strategia nazionale e un piano di attuazione per il settore farmaceutico che articoli chiaramente una visione e un ruolo per la farmacia all’interno del futuro sistema sanitario integrato;
♦ adottare soluzioni tecnologiche per automatizzare, digitalizzare e alleggerire determinati compiti che i farmacisti devono affrontare, riducendo così l’onere amministrativo e il tempo impiegato in mansioni burocratiche per lasciare più spazio alla consulenza ai pazienti;
♦ garantire investimenti governativi per adeguare la pianificazione della forza lavoro, dal momento che – se si vuole mantenere un’elevata qualità dell’assistenza e rafforzare la sanità territoriale – non è sostenibile continuare ad espandere il lavoro delle farmacie di comunità senza garantire loro le risorse adeguate;
♦ aumentare le risorse educative investendo nell’espansione dei programmi di formazione in farmacia e sfruttando metodi di insegnamento innovativi per soddisfare efficacemente la crescente domanda di farmacisti qualificati;
♦ sostenere la formazione e lo sviluppo professionale continui, per migliorare competenze e prestazioni e tenere il passo con le nuove pratiche che emergono dall’innovazione per fornire ai pazienti la più efficiente e la migliore qualità di cura;
♦ avviare strategie per supportare il benessere e l’avanzamento di carriera dei farmacisti di comunità, per contrastare e ridurre efficacemente il burnout, aumentando i tassi di mantenimento e mitigando l’insoddisfazione all’interno della professione;
♦ riconoscere il ruolo indispensabile dei farmacisti di comunità nell’assistenza sanitaria e promuovere iniziative volte ad affrontare la carenza di personale e l’investimento complessivo nel settore delle farmacie del territorio.
“Per continuare a fornire un’assistenza di alta qualità, dobbiamo potenziare l’istruzione, sfruttando metodi di insegnamento innovativi, e garantire che i programmi di studio di farmacia si adattino al panorama sanitario in evoluzione” ha affermato il presidente del Pgeu Aris Prins (nella foto) commentando il position paper sulle carenze di farmacisti. “Promuovere l’educazione inter-professionale all’inizio della carriera accademica degli studenti e utilizzare strategie efficaci di mix di competenze sarà fondamentale per creare una forza lavoro di professionisti sanitari più unita. È anche essenziale non solo mostrare il valore della farmacia di comunità, ma lavorare per una integrazione più profonda della professione nel sistema sanitario”.
“Dobbiamo concentrarci sulla promozione dello sviluppo professionale continuo e sulle politiche di fidelizzazione che affrontino il burnout e l’insoddisfazione all’interno della professione” ha quindi aggiunto Prins, ribadendo in sintesi i contenuti del paper. “Ciò include l’offerta di carichi di lavoro gestibili, stipendi competitivi, la riduzione della burocrazia, il miglioramento dei percorsi di progressione di carriera e la promozione dell’equilibrio tra lavoro e vita privata. Le soluzioni tecnologiche possono semplificare le attività amministrative in farmacia, consentendo ai farmacisti di comunità di dedicare più tempo alla consulenza ai pazienti. L’adozione della digitalizzazione può migliorare l’efficienza senza compromettere l’interazione critica con i pazienti che” ha concluso il presidente della Pgeu “è il fulcro di un’assistenza sanitaria di qualità”.