Roma, 2 dicembre – Si potrebbe dire che è il festival dei soliti noti: a occupare le posizioni di vertice nella classifica stilata sulla base dei dati (ancora provvisori) del Nuovo sistema di garanzia per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea) relativi al 2023, lo strumento con il quale si vuole assicurare a tutti i cittadini italiani un’erogazione delle prestazioni sanitarie essenziali con standard uniformi di qualità e appropriatezza, sono sempre e immancabilmente loro. Ovvero la Toscana, il Veneto e l’Emilia Romagna.
Ad annunciarlo, anticipando i dati del nuovo sistema di classificazione, è stato il direttore generale della Programmazione sanitaria del ministero della Salute, Americo Cicchetti (nella foto), in occasione del Forum Risk Management tenutosi nei giorni scorsi ad Arezzo. E non meraviglia davvero che sul podio si siano confermate le tre Regioni appena ricordate, sia pure con un rimescolamento nelle tre posizioni di testa: l’Emilia-Romagna, che era prima davanti a Veneto e Toscana, ora è terza, scalzata dalla Toscana, che balza in testa, e dal Veneto, secondo. Ma i dati sono ancora suscettibili di verifiche e non si possono davvero escludere sorpassi e novità sul filo di lana.
Alla tre prime della classe seguono Piemonte e Marche, che – sulla base dei dati fin qui resi noti – completano la top five e si guadagnano il diritto a partecipare alla ripartizione della quota premiale di 200 milioni di euro, che sarà distribuita alle cinque migliori Regioni in materia di gestione della sanità pubblica, in proporzione alla popolazione di ciascun territorio.Nella cinquina – e questa è davvero una sorpresa – non c’è la Lombardia, in calo verticale dal quarto posto occupato in precedenza fino all’ottavo e fuori (per adesso) dal lotto delle Regioni premiate. Segue quindi il gruppo di cui fanno parte Umbria, Provincia autonoma di Trento, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Puglia, Lazio, Campania e Molise, ovvero le Regioni che hanno raggiunto la soglia di sufficienza (più di 60 punti) prevista dal nuovo sistema di garanzia in tutte le macro-aree che vengono considerate per la valutazione (prevenzione, distrettuale, ospedaliera). Chiudono la classifica le otto Regioni che hanno raccolto un punteggio inferiore alla soglia minima richiesta in almeno una delle tre macro-aree di valutazione: e se Provincia autonoma di Bolzano, Liguria e Sardegna non raggiungono quota 60 soltanto in una sola macro-area (quella della prevenzione), va peggio per Abruzzo, Calabria e Sicilia (tutte insufficienti in due, prevenzione e area distrettuale) e per la Valle d’Aosta (anch’essa con due insufficienze, nell’area distrettuale e in quella ospedaliera).Il sistema di classificazione basato su una serie di indicatori complessi, raggruppati nelle già ricordate macro-aree che valutano aspetti fondamentali della sanità regionale ha sostituito la precedente Griglia Lea ed è considerato tra i più affidabili per misurare l’efficienza e l’efficacia del sistema sanitario delle Regioni italiane. Le Regioni avranno tempo fino alla fine dell’anno per verificare i dati e inviare eventuali correzioni al ministero. I risultati definitivi, che determineranno la distribuzione delle risorse premiali, sono attesi a breve.