Roma, 10 dicembre – L’Aifa ha rilasciato ieri una Nota informativa importante concordata con le autorità regolatorie europee sui medicinali contenenti metamizolo, con indicazioni e misure importanti per minimizzare gli esiti gravi del rischio (noto) di agranulocitosi correlato all’impiego di questi farmaci.
L’Aifa sottolinea che i pazienti trattati con medicinali contenenti metamizolo devono essere informati su alcuni aspetti di fondamentale importanza: i sintomi precoci suggestivi di agranulocitosi, tra cui febbre, brividi, mal di gola e piaghe dolorose delle mucose, in particolare nella bocca, nel naso e nella gola o nelle regioni genitali o anali; la necessità di mantenere alta l’attenzione su questi sintomi, poiché possono manifestarsi in qualsiasi momento durante il trattamento, anche poco dopo l’interruzione del trattamento; la necessità di interrompere il trattamento e rivolgersi immediatamente al medico se si sviluppano questi sintomi.
Ancora, l’agenzia regolatoria nazionale mette in guardia sul fatto che se il metamizolo viene assunto per la febbre, alcuni sintomi di una agranulocitosi emergente possono passare inosservati. Inoltre, i sintomi possono essere mascherati nei pazienti in trattamento con una terapia antibiotica. Se si sospetta agranulocitosi, avverte quindi l’Aifa, deve essere eseguito immediatamente un emocromo completo (inclusa la formula leucocitaria) e il trattamento deve essere interrotto in attesa dei risultati. Se l’agranulocitosi viene confermata, il trattamento non deve essere reintrodotto.
Le due ultime indicazioni riguardano il monitoraggio di routine dell’emocromo nei pazienti trattati con medicinali contenenti metamizolo, che non è raccomandato, e l’avvertenza che il metamizolo è controindicato nei pazienti con un’anamnesi di agranulocitosi indotta da metamizolo (o da altri pirazoloni o pirazolidine), con compromissione della funzionalità del midollo osseo o con malattie del sistema emopoietico.
