Roma, 10 dicembre – Preoccupa le autorità sanitaria mondiali la nuova minaccia per la salute che arriva dalla Repubblica democratica del Congo (Rdc), una malattia sconosciuta che – secondo quanto riferiscono le autorità del Paese centroafricano – ha causato almeno una trentina di vittime in poco più di un mese nel sud-ovest del territorio congolese, colpendo finora quasi 400 persone.
Si è già mossa l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che in una nota ufficiale spiega che è incorso l’invio di esperti “per supportare le autorità sanitarie nella Repubblica democratica del Congo nello svolgimento di ulteriori approfondimenti per determinare la causa di una malattia non ancora diagnosticata che è stata segnalata a Panzi, località e zona sanitaria della provincia di Kwango nel Sud-Ovest del Paese. Sono in corso test di laboratorio per determinare la causa”.
Gli esperti Oms si stanno unendo al National Rapid Response Team e sono in viaggio verso Panzi. Il team è composto da epidemiologi, clinici, tecnici di laboratorio ed esperti di prevenzione e controllo delle infezioni e comunicazione del rischio. Un team locale dell’agenzia ha supportato le autorità sanitarie a Kwango dalla fine di novembre per rafforzare la sorveglianza delle malattie e identificare i casi. Ora sono in arrivo altri esperti.
“La nostra priorità è fornire un supporto efficace alle famiglie e alle comunità colpite” sottolinea la dottoressa Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’Oms per l’Africa (nella foto) . “Sono in corso tutti gli sforzi per identificare la causa della malattia, comprenderne le modalità di trasmissione e garantire una risposta appropriata il più rapidamente possibile”.
Secondo il ministero della Sanità pubblica, finora sono stati segnalati 394 casi e 30 decessi nella zona sanitaria di Panzi, informa l’Oms. I sintomi della malattia sono mal di testa, tosse, febbre, difficoltà respiratorie e anemia. Panzi,’epicentro di questi casi, è una comunità rurale che si trova a più di 700 km dalla capitale Kinshasa. “L’accesso su strada è difficile e la rete di comunicazione è limitata” spiegano dall’Oms. Finora, la malattia è stata segnalata in 7 delle 30 zone sanitarie nella provincia di Kwango. La maggior parte dei casi però si concentra in tre di queste zone sanitarie colpite.
Gli esperti inviati dall’Oms stanno anche consegnando medicinali essenziali, kit diagnostici e per la raccolta dei campioni, per aiutare ad analizzare e determinare rapidamente la causa della malattia. Il team si concentrerà sul rafforzamento delle misure di risposta, come l’attività di indagine epidemiologica e la raccolta di campioni per i test, la ricerca attiva dei casi, il trattamento e le attività di sensibilizzazione delle persone. Gli esperti lavoreranno anche con i leader della comunità locale per supportare la sorveglianza delle malattie e promuovere misure per prevenire l’infezione e per identificare e segnalare ulteriori casi.
Il ministero della Salute: “Niente allarmismi, sorveglianza costante e attenta”
“La sorveglianza è attiva e monitoriamo costantemente la situazione senza allarmismi, ma con la doverosa attenzione”. Questa la dichiarazione ufficiale di Maria Rosaria Campitiello (nella foto), che guida il Dipartimento della Prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie del nostro ministero della Salute, in merito all’epidemia causata da una malattia di origine al momento sconosciuta che sta interessando una provincia della Repubblica Democratica del Congo.
L’alta dirigente aggiunge che il ministero si è già responsabilmente attivato in via cautelativa “richiedendo agli uffici periferici Usmaf di assicurare la dovuta attenzione nelle attività di controllo a cui sono preposti”.