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mercoledì 12 Febbraio 2025
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Ddl Prestazioni, altri no da Sinafo, Sifact e Renasfo all’abolizione della specializzazione

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Roma, 16 dicembre – L’organizzazione sindacale Fassid-Sinafo, in rappresentanza dei farmacisti e dirigenti sanitari del Ssn, la Sifact (Società italiana di Farmacia clinica e Terapia) e a Renasfo Ets (Rete nazionale degli specializzandi in Farmacia ospedaliera) manifestano in un comunicato il loro sconcerto e tutta la loro indignazione per l’iniziativa assunta da un gruppo di senatori che hanno sorprendentemente prodotto un emendamento al ddl Prestazioni sanitarie (si tratta del n. 6.0.15) che – affermano le tre sigle in un comunicato – “è a dir poco preoccupante” e “riporta indietro di 40 anni a danno della professionalità e dell’immagine di una intera categoria (i farmacisti dirigenti del Ssn), ma ancora di più a danno del Ssn e della sostenibilità dello stesso”.

L’emendamento 6.0.15, come già diffusamente riferito dal nostro giornale in questo articolo venerdì scorso, chiede infatti l’abolizione del requisito del diploma di specializzazione in Farmacia ospedaliera ai fini della partecipazione ai concorsi pubblici per dirigente sanitario farmacista del Ssn.

“Vale la pena ricordare che l’obbligo della specializzazione previsto dalla Legge 502/1992 e successive modifiche e integrazioni, è sancito con i dm 483 e 484 del 1997 per tutte le categorie e i profili sanitari operanti nel Ssn proprio a garanzia della massima professionalità necessaria nella difficile azione di Governo clinico” si legge nel comunicato firmato congiuntamente da Roberta Di Turi (nella foto) per Sinafo, Carla Masini per Sifact e Andrea Falzon per Renasfo Ets.  “Governo clinico che richiede interventi strategici di massima professionalità e competenza che si acquisiscono esclusivamente attraverso un percorso iper-professionalizzante che solo la specializzazione può assicurare”.

Affermando di ignorare le ragioni e gli obiettivi che hanno portato a un’iniziativa di questo tipo che, oltre a creare un vulnus a una sola categoria, quella dei farmacisti, mina alla base la stabilità dell’intero Ssn, le tre sigle manifestano la loro forte preoccupazione “per questo ennesimo attacco insensato alla categoria dei Farmacisti dirigenti Ssn che, laddove condiviso, andrebbe ad aggravare ulteriormente quelle criticità che stanno investendo il nostro Ssn in tema di assistenza sanitaria con riflessi nefasti sulla gestione dei beni sanitari (medicinali, dispositivi medici ecc.) in termini di appropriatezza e di spesa”.

Le tre sigle,  pertanto, chiedono con forza lo stop immediato a un emendamento considerato, oltre che una misura potenzialmente dannosa per la qualità dell’assistenza sanitaria pubblica, un attacco alla professionalità e alla legittimità della figura del farmacista ospedaliero, che “farebbe precipitare un’intera categoria in un ‘limbo’ che la discriminerebbe rispetto alle altre figure professionali del Ssn con il rischio concreto di esclusione di questi professionisti dai tavoli della dirigenza sanitaria”.

La richiesta alla Commissione Sanità del Senato impegnata nell’esame del provvedimento è esplicita:rigettare la proposta correttiva (presentata da sei senatori di FdI, il partito della presidente del Consiglio dei ministri) e lavorare invece “per il rafforzamento, e non l’indebolimento, delle competenze professionali nel sistema sanitario. Il nostro impegno resta rivolto alla tutela della qualità dell’assistenza sanitaria e alla valorizzazione delle competenze di tutti i professionisti coinvolti. La sanità pubblica merita standard elevati e un riconoscimento adeguato del ruolo cruciale svolto dai farmacisti ospedalieri”.

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