Roma, 16 dicembre – Addio dentista? Certamente no, ma da un medicinale potrebbe arrivare un’autentica rivoluzione per le cure odontoiatriche. È infatti in corso di sperimentazione in Giappone un farmaco per far ricrescere i denti, che potrebbe ovviamente risolvere i problemi delle persone che presenta gravi problemi di masticazione, oltre che problemi di natura estetica e di conseguenza psicologica e che (soprattutto in Giappone) spesso e volentieri circolano con la mascherina per nascondere i propri difetti.
Il presupposto dal quale è partito il team di ricercatori del Sol Levante guidati da Katsu Takahashi, primario di chirurgia orale presso il Medical Research Institute Kitano Hospital di Osaka (nella foto), è che sotto le nostre gengive vi siano dei “germogli” dormienti che – in qualche modo – si possono “risvegliare”. L’obiettivo dell’èquipe di ricerca nipponica è quello di rendere disponibile per tutti il nuovo farmaco – che, secondo Takahashi, “potrebbe rappresentare una svolta” – entro il 2030, ovvero nell’arco di soli cinque anni.
Gli sviluppi del lavoro dei ricercatori giapponesi sono ovviamente seguiti con molto interesse dagli specialisti della materia: Angray Kang, professore di odontoiatria alla Queen Mary University di Londra, ha commentato la ricerca del team di Takahashi come “l’apertura di una nuova strada”, definendola “entusiasmante e degna di essere portata avanti”, salvo poi aggiungere che si tratta comunque “solo dell’inizio”.
Decisamente meno entusiastiche invece le considerazioni di Chengfei Zhang, docente di endodonzia all’Università di Hong Kong, che ha definito controversa l’idea dei “denti dormienti”, mettendo in guardo sul fatto che a volte gli straordinari risultati ottenuti negli animali non combaciano con quelli ottenuti sull’uomo.
Takahashi si dice comunque molto fiducioso nei confronti del farmaco per far ricrescere i denti, aggiungendo che una volta che il dente ricresce, può essere eventualmente spostato se dovesse apparire nel punto sbagliato, tramite ortodonzia o trapianto: saranno le ulteriori ricerche che ancora attendono lo sviluppo del farmaco a dire se e fino a che punto troveranno conferma le sue straordinarie potenzialità.