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mercoledì 12 Febbraio 2025
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Veneto, attivate misure di sanità pubblica dopo decesso di 55enne rientrato dal Congo

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Roma, 19 dicembre – Per disinnescare ogni tentazione di pericoloso e ingiustificato allarmismo, il ministero della Salute, in relazione al caso del 55enne della provincia di Treviso deceduto di ritorno da un viaggio in Congo nella capitale Kinshasa e a nord lungo il fiume Congo, ha immediatamente diffuso un comunicato ufficiale congiunto con l’Istituto superiore di sanità. Nella nota, dicastero e istituto chiariscono che – dalle prime informazioni raccolte dalla Aulss2 Veneto – “il paziente non avrebbe avuto alcun contatto con personale sanitario né si sarebbe mai recato in ospedale dall’insorgenza dei sintomi fino al loro peggioramento”, né risulta che abbia seguito alcuna terapia farmacologica.

“Sono in corso gli accertamenti da parte dell’Istituto Malattie infettive Lazzaro Spallanzani e
dell’Istituto superiore di sanità” si legge ancora nella nota ufficiale, che informa altresì che “la Regione Veneto, come da protocollo, ha già attivato in forma precauzionale le necessarie misure di sorveglianza sanitaria”. In attesa degli accertamenti diagnostici per fare luce sull’eziologia della malattia, le autorità regionali hanno infatti avviato le misure di sanità pubblica previste per questi casi, in accordo proprio con il ministero della Salute, l’Iss e lo Spallanzani.
Da ultimo, la nota ufficiale di ministero e Iss ricorda – a mo’ di ulteriore rassicurazione –  che “i precedenti casi di pazienti provenienti dal Congo (regione di Kinshasa), uno ricoverato all’ospedale di Lucca e l’altro presso l’azienda ospedaliera di Cosenza, sono guariti e sono stati dimessi”.

Intanto, le autorità sanitarie mondiali si interrogano ancora sulla misteriosa malattia spuntata improvvisamente nel Paese africano. E se il ministero della Salute della Repubblica democratica del Congo sostiene (come ha fatto due giorni fa) che non esiste alcun mistero, essendo la patologia una grave forma di malaria che circola nella zona sanitaria di Panzi, resa più ferale dalla maggiore vulnerabilità alle malattie della popolazione locale, indebolita dalla malnutrizione, l’Oms non è per niente convinta e pretende di vederci chiaro: in una dichiarazione a Usa Today, l’agenzia sanitaria dell’Onu non conferma infatti la tesi della “grave forma di malaria”, affermando di non aver ancora determinato in modo definitivo la causa della malattia, per la quale sono ancora in corso test di laboratorio.

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