Roma, 30 dicembre – Un team di ricercatori dell’Università di Würzburg in Baviera, Germania, concentrandosi su una particolare modifica dell’mRNA, la N6-metiladenosina (m6A), hanno scoperto che essa attiva un rapido processo di degradazione, regolando così la produzione di proteine. La scoperta potrebbe aprire la strada allo sviluppo di farmaci per gestire malattie legate alle proteine.
Gli acidi ribonucleici messaggeri (mRna) svolgono un ruolo fondamentale nel nostro organismo, essendo i veri architetti delle nostre cellule. Essi trasportano i piani dettagliati per la costruzione delle proteine, che vengono poi letti e assemblati dai ribosomi, i partner cellulari. Le proteine sono essenziali per la sopravvivenza, poiché regolano la divisione cellulare, rafforzano il sistema immunitario e proteggono le cellule da minacce esterne.
Nel processo di costruzione cellulare, talvolta sono necessarie istruzioni aggiuntive per produrre proteine in modo rapido o correggere eventuali errori nei progetti. Questo compito è svolto dalle modifiche dell’Rna, che agiscono come dettagliate annotazioni, fornendo indicazioni specifiche per una produzione ottimale di proteine.
Concentrandosi appunto su una particolare modifica dell’mRna, la N6-metiladenosina (m6A), di grande interesse scientifico poiché spesso alterata in persone affette da disturbi metabolici, cancro o malattie cardiache, i ricercatori di Würzburg hanno appunto riscontrato che la m6A attiva il degrado dell’mRna non appena le prime proteine vengono prodotte, regolando così la produzione proteica in modo efficiente, come spiegato dalla bioinformatica del team di ricerca Kathi Zarnack (nella foto).
Il processo di degradazione è stato scoperto per la prima volta dai ricercatori di Würzburg e si basa sull’attivazione del degrado dell’mRna direttamente in relazione alle proteine prodotte. Rispetto ai meccanismi conosciuti in precedenza, questo nuovo percorso è più veloce ed efficiente. Inoltre, agisce solo in presenza di m6A in specifiche regioni dell’mRna, influenzando la produzione di proteine coinvolte nella differenziazione cellulare.
Farmaci che regolano l’aggiunta di m6A all’mRna potrebbero sfruttare questo processo per controllare la produzione proteica. Inibendo selettivamente la m6A, sarebbe possibile produrre più proteine con funzioni desiderabili e ridurre la produzione di proteine indesiderabili.
Tuttavia, fino ad ora gli scienziati hanno trovato difficoltà nel prevedere gli effetti di tali farmaci, poiché non era chiaro in quali regioni dell’mRna la modifica m6A dovesse essere posizionata per attivare il degrado. Il biochimico e biologo dell’Rna Julian König (nella foto), insieme alla già citata Zarnack, sottolinea l’importanza di ulteriori studi per una migliore comprensione e previsione precisa dei bersagli dell’mRna sensibili a questi farmaci. I prossimi passi della ricerca andranno dunque in direzione di un’indagine più dettagliata sul processo di degradazione dell’mRna contrassegnato da m6A, compreso il riconoscimento della modifica da parte dei ribosomi e le possibili applicazioni cliniche del degrado mirato dell’mRna.
Lo studio, che ha coinvolto anche coinvolge anche l’Istituto di Biologia molecolare di Magonza e l’Università Goethe di Francoforte, è stato pubblicato su Molecular Cell.