Roma, 9 gennaio – La campagna contro il virus dell’influenza avviata nel nostro Paese non ha rispettato le attese e quella contro il Covid registra numeri molto bassi, in un quadro generale che sul fronte dell’infettivologia ha registrato nel 2024 mille casi di morbillo e tre bambini sono morti a causa della pertosse, Non bastasse, è emersa la preoccupazione per l’ancora misteriosa malattia infettiva che arriva dal Congo e la presenza di altri focolai epidemici in giro per il mondo mantiene alto il timore degli infettivologi, che rilanciano la raccomandazione all’estote parati, a prepararsi per essere pronti all’eventualità dell’arrivo di una nuova pandemia. L’auspicio degli infettivologi italiani al riguardo, come dichiarato ad Adnkronos Salute da Massimo Andreoni (nella foto), direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali infettivologi (Simit), “è che nel 2025 venga approvato il nuovo Piano pandemico. Che è stato definito, ma ancora non c’è”.
Una pandemia in atto “di fatto già c’è – spiega Andreoni – ed è l’antimicrobico resistenza”, problema “molto serio con il quale dobbiamo tutti confrontarci”. Anche se nel 2024, afferma l’esperto, “abbiamo ottenuto buoni risultati: non solo le misure adottate dal ministero della Salute per contrastare la resistenza ai farmaci, ma anche sul fronte della lotta all’epatite C abbiamo fatto progressi”. Grazie allo “screening nella fascia d’età 1969-1989, programma prorogato per tutto il 2025” sottolinea l’infettivologo, solo “nel 2024 abbiamo scoperto ben 15mila casi di epatite cronica attiva che altrimenti sarebbero rimasti sommersi”.
Altri due tasselli importanti, aggiunge in conclusione Andreoni, “sono il Calendario vaccinale per la vita e il riconoscimento da parte del Governo dell’innovatività dei cosiddetti antibiotici ‘reserve’, farmaci di riserva di nuova generazione da destinare al trattamento delle infezioni da germi multi-resistenti che non rispondono agli antimicrobici”.