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martedì 11 Febbraio 2025
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Non solo la Coca Cola, ma anche il ketchup ha avuto a che fare con la farmacia

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Roma, 13 gennaio – Non c’è farmacista che non sappia che la bibita più bevuta e popolare del mondo (sì, proprio lei, la Coca Cola) fu creata nel maggio del 1886 da un farmacista di Atlanta, John S. Pemberton, che, nei laboratori della sua Pemberton Chemical Company, aveva realizzato uno sciroppo che, mescolato con anidride carbonica, avrebbe dovuto avere un effetto di tonico per la mente, mettendolo in vendita nella farmacia Jacobs, nel centro della città. Vendita che – è il caso di ricordarlo – si effettuava a bicchiere, spillato da uno di quegli americanissimi erogatori che si chiamano soda fountain al prezzo di 5 centesimi. L’invenzione, per quanto di gradevolissimo sapore, però non decollò, nonostante la pubblicità sui quotidiani di Atlanta invitasse a provarla, e Pemberton, deluso, vendette a diversi soci la famosa (e segretissima) formula, fino a quando un imprenditore di Atlanta, Asa Candler, per 2300 dollari, rilevò l’intera proprietà, fondando la Coca-Cola Company. Come sia finita e quanti miliardi porti a casa ancora oggi la bibita dello sfortunato (ma soprattutto incauto e impaziente) farmacista inventore è cosa a tutti nota.

Sono invece probabilmente pochi i farmacisti che sanno che un altro prodotto iconico e popolarissimo, usato in tutto il mondo, il ketchup, salsa senza la quale è praticamente impossibile mangiare hamburger, patatine fritte e molti altri piatti, ha incrociato la storia della medicina fino a essere venduto addirittura come un farmaco.

Al contrario della Coca Cola, non fu un farmacista a inventare la salsa, le cui origini vengono correttamente rintracciate in alcuni intingoli dell’Estremo Oriente dal gusto pungente, a base di pesce fermentato, che i mercanti occidentali introdussero con successo nei loro Paesi. E fu proprio in Occidente, durante il XVIII secolo, che per evitare i proibitivi costi di importazione dalla Cina, si cominciò a produrre la salsa ketchup, trasformandola gradualmente in quella che conosciamo e usiamo oggi. La prima ricetta “codificata” della salsa rossa più famosa al mondo può essere fatta risalire al 1727 ed è riportata sul celeberrimo manuale The Compleat Housewife di Elizabeth Smith.

Quel che interessa ai fini della nostra storia, però, è che il ketchup finì per entrare anche in farmacia ed essere venduto come medicinale, grazie alla fertile creatività di un medico, John Cook Bennet,  preside del Dipartimento di medicina presso l’Università Willoughby in Ohio, che nella prima metà dell’800  concepì l’idea di venderlo come rimedio contro problemi digestivi come la diarrea e l’indigestione. La medicina dell’epoca, decisamente povera di fondamenti scientifici, elaborava molti dei suoi rimedi sulla base di conoscenze empiriche e Bennet pensò bene di sfruttare la crescente popolarità del pomodoro per impiegare il ketchup come medicinale, fino a realizzarlo sotto forma di pillole, presentate come un’efficace medicina per le malattie gastrointestinali, in grado di curare una serie di disturbi digestivi.

Il prodotto riscosse inizialmente un discreto successo e le pillole di ketchup divennero un rimedio di una certa popolarità. La fortuna, però, non durò a lungo e declinò anche a seguito dell’arrivo di studi più approfonditi sulla composizione del pomodoro, che dimostravano che – con buona pace di quanto sostenuto da Bennet – l’ortaggio non solo non aveva effetti benefici per la digestione ma aveva semmai proprietà lassative, e dunque il suo consumo eccessivo poteva portare a problemi del tutto opposti a quelli promessi. Così, intorno al 1850, la parabola del ketchup-medicina concluse ingloriosamente e definitivamente la sua traiettoria. Ben altro il destino della salsa ketchup, il cui mercato, secondo le ultime stime degli analisti, varrà su scala globale 17,88 miliardi di dollari nel 2025, per raggiungere i 21,90 miliardi di dollari entro il 2030.

Non sarà inutile ricordare, prima di concludere, che sia la coca-cola sia il ketchup, ad onta dei loro pur diversi trascorsi in farmacia e per ironia della sorte, sono da tempo considerati simboli tra i più inscalfibili dell’alimentazione malsana…

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