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venerdì 14 Febbraio 2025
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Contrasto obesità, team di ricerca spagnolo scopre proteina chiave per “bruciare grassi”

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Roma, 16 gennaio – Un team di ricercatori guidato e coordinato da Guadalupe Sabio, del Cnio, il Centro nazionale spagnolo per la ricerca sul cancro di Madrid, e Cintia Folgueira (nell’ordine nelle foto a sinistra) che si divide tra lo stesso Cnio, il Cnicob (Centro nazionale per la ricerca cardiovascolare) e il Centro di Fisiopatología del’obesità e nutrizione (CIBERobn), ha identificato una proteina chiave per ‘bruciare’ i grassi, svelando un nuovo meccanismo attraverso il quale il grasso bruno viene convertito in calore.

Secondo gli autori del lavoro pubblicato il 13 gennaio scorso su Nature Communications, a svolgere un ruolo cruciale in questo nuovo meccanismo per la combustione dei grassi è la proteina MCJ, che diventa così “un bersaglio promettente per il trattamento dell’obesità”.

L’obesità,ricordano le due autrici principali dello studio, colpisce 650 milioni di persone in tutto il mondo, influenza lo sviluppo di malattie cardio-metaboliche e aumenta il rischio di cancro. Per questo è una condizione su cui si stanno concentrando diversi gruppi di ricercatori. Sabio e Folgueira hanno scoperto uno dei modi in cui il corpo brucia il grasso bruno. Questo meccanismo, spiegano, protegge dall’obesità e dalle malattie metaboliche correlate. A controllarlo è appunto la proteina MCJ, presente nei mitocondri (organelli della cellula dove si produce energia). Sabio e Folgueira hanno scoperto che, quando la proteina MCJ viene rimossa dai topi obesi, questi producono più calore e perdono peso. Inoltre, è stato sufficiente trapiantare negli animali del grasso bruno senza la proteina MCJ per ridurre il loro peso.

L’obesità, ricorda lo studio, è il risultato di un’eccessiva assunzione di cibo o di una spesa energetica totale inadeguata. “Ora sappiamo che il tessuto adiposo, il grasso corporeo, oltre a immagazzinare energia, svolge un ruolo cruciale nella gestione di tale energia da parte dell’organismo” spiegano le ricercatrici spagnole. “Il tessuto adiposo è un organo complesso che agisce come regolatore del metabolismo dell’intero corpo e quindi modulare la sua funzione potrebbe essere un modo per combattere l’obesità”.

Esistono due tipi di tessuto adiposo: bianco e bruno. Il grasso bianco immagazzina principalmente energia, mentre il grasso bruno (le cui cellule hanno più mitocondri e questo conferisce loro una tonalità marrone) è responsabile della generazione di calore o termogenesi, il processo che mantiene la temperatura corporea e che è innescato dal freddo o da altri stimoli. Diversi studi dell’ultimo decennio hanno dimostrato che l’attivazione del grasso bruno protegge dall’obesità e dalle malattie metaboliche. “Per un po’ di tempo” spiega Sabio “si è pensato che l’obesità potesse essere prevenuta facendo sì che questo grasso spendesse più energia generando calore. Quindi la prima cosa è capire come funziona. Scoprire nuovi meccanismi di produzione di calore nel grasso bruno è uno degli obiettivi più interessanti nello studio dell’obesità”.

Per molto tempo si è pensato che il grasso bruno utilizzasse un singolo meccanismo per generare calore, ma oggi sappiamo che non è così, affermano gli scienziati. Ci sono diversi meccanismi coinvolti. La ricerca guidata da Sabio e Folgueira ne ha scoperto uno, controllato dalla proteina mitocondriale MCJ. I ricercatori hanno anche osservato che “gli animali senza MCJ nel grasso bruno sono protetti dai problemi di salute causati dall’obesità, come il diabete o l’aumento dei lipidi nel sangue”. Sabio e Folgueira ritengono che la proteina MCJ possa davvero essere un nuovo bersaglio terapeutico per correggere le malattie associate all’obesità.

“Questa protezione” spiega Beatriz Cicuéndez (nella foto), altra autrice dello studio, anche lei del Cnio  “è dovuta all’attivazione di un percorso di segnalazione essenziale per adattarsi allo stress causato dall’obesità. Noto come percorso catabolico, provoca un aumento del consumo di grassi, zuccheri e proteine ​​per produrre calore nel grasso bruno. È un meccanismo che si verifica anche nelle persone con grasso bruno molto attivo”.

La ricerca proseguirà per cercare di sviluppare una terapia per bloccare questa proteina nei pazienti obesi, ma per farlo occorre prima indagare se questa proteina abbia funzioni vitali in altri tessuti. Allo stesso tempo, conclude Sabio, “stiamo cercando di vedere se questi cambiamenti nel grasso influenzano la crescita tumorale o la cachessia, ovvero la perdita di muscoli e grasso, che a volte è anche collegata al cancro”.

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