Roma, 31 gennaio – Il problema è noto e annoso: i farmaci non sempre sono stati adeguatamente studiati sulla popolazione pediatrica, con gli inevitabili rischi conseguenti quando vengono usati nei bambini. Secondo valutazioni della Sif, la Società italiana di Farmacologia, il 70% dei farmaci convenzionali usati in pediatria sono stati sperimentati solo sugli adulti e i pediatri sono costretti a somministrarli ai bambini adattando dosi e posologia sulla base del loro peso, non disponendo il più delle volte dati di sicurezza ed efficacia sufficienti, per la carenza di studi specifici condotti in questa fascia di età. I bambini, però, non possono essere considerati dei piccoli adulti e così questa prassi empirica non può essere la soluzione per un problema di terapia che non è certamente di oggi. I medicinali autorizzati in ambito pediatrico continuano a essere pochi, a causa soprattutto della difficoltà di condurre studi clinici pediatrici. Studi che, oltretutto, essendo riferiti alla popolazione infantile, che rappresenta un mercato minore per l’industria farmaceutica, non rappresentano davvero la prima scelta negli investimenti della ricerca delle aziende. Resta il fatto che i farmaci pediatrici necessitano di un adeguato sviluppo come i farmaci in uso nell’adulto, se si vuole davvero garantire ai bambini terapie sicure ed efficaci, e per questo è un’ottima notizia quella che viene da Catania, dove la locale università ha concluso con successo l’iter per la validazione della Clinical Trial Unit, centro per sperimentazioni di fase 1, che oltre alla struttura per gli adulti ha anche un’area dedicata ai bambini, prima realtà del genere del Meridione.
Ne riferisce all’agenzia Adnkronos Salute il professor Filippo Drago (nella foto), ordinario di Farmacologia clinica dell’ateneo catanese e anima del centro che ha ricevuto da poche settimane il via libera dell’Aifa ed è già attivo e funzionante.
“Parliamo di una struttura veramente unica in Italia” spiega Drago “perché ha insieme un’unità di fase 1 per adulti e un’unità di fase 1 per bambini e non è esclusivamente dedicata alla ricerca in ambito oncologico, settore in cui abbiamo nel nostro Paese il maggior numero di studi di fase 1, ma può ospitare ricerche di tutte le aree terapeutiche, dalla neurologia alla gastroenterologia. Ha quindi una peculiarità veramente importante”.
“La validazione di questo centro è stata una fatica non irrilevante proprio per la sua particolarità” racconta il farmacologo, precisando che l’Agenzia italiana del farmaco ha validato il centro e “probabilmente farà un’ispezione di controllo nei prossimi mesi, come di norma per l’istituzione di questi centri”. Già da adesso, tuttavia, Drago tiene a far sapere che “se le industrie farmaceutiche del settore, soprattutto quelle che operano in ambito pediatrico, volessero svolgere studi fase 1, possono farlo presso questa struttura”.
“Per quello che riguarda l’unità di fase 1 per bambini” evidenzia il farmacologo siciliano “sappiamo che a sud di Roma non c’è nulla. Per quanto riguarda gli adulti, in Sicilia abbiamo un altro centro a Palermo presso l’Ismett, ma è solo per patologie oncologiche. Il nostro centro ha un campo di azione più esteso”.
Il valore di questa struttura, oltre che per la ricerca, ricorda Drago, è anche economico. “Ricordiamo che l’Italia ancora oggi è un Paese che rappresenta un mercato del farmaco molto importante”.
In Europa, prosegue l’esperto, il mercato del farmaco italiano “è il terzo, dopo Inghilterra e Francia. Eppure la fase di ricerca iniziale, che è la più importante, ancora oggi viene svolta molto spesso in piccoli Paesi come l’Olanda, la Danimarca, se non in Svizzera che non è peraltro neanche un Paese dell’Unione europea. È importante, anzi molto importante, la nascita del un nuovo centro con queste peculiarità. E che sia accaduto nel Meridione, perché questo potenzia le strutture sanitarie del Sud, perché svolgere uno studio di fase 1 è un valore aggiunto per una struttura sanitaria”.
“Il Policlinico di Catania, lo ricordo, è l’ospedale più grande della Sicilia in termini di posti lettoed è chiaro che questo centro darà ancora più valore al policlinico e all’università, sarà un volano per l’economia sanitaria in Sicilia” conclude Drago. “Altro elemento da considerare è che il tutto è all’interno di una struttura pubblica, valorizzando il Ssn”.