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mercoledì 19 Marzo 2025
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Batteri resistenti a carbapenemi, alert Ecdc: “Grave minaccia a pazienti e sistemi sanitari”

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Roma, 7 febbraio -L’Ecdc, il centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie, ritorna sull’allarme antibiotico-resistenza, segnalando sul suo portale l’insorgenza e la diffusione di batteri estremamente resistenti agli antibiotici “di ultima linea” come i
carbapenemi e la colistina.

Si tratta, scrive il centro europeo, di “un grave problema per la salute pubblica e una minaccia per la sicurezza dei pazienti e le economie a livello europeo e mondiale. Quando gli antibiotici di ultima linea non sono più efficaci, ciò significa che non sono più disponibili
antibiotici con i quali curare un paziente e, di conseguenza, le infezioni diventano potenzialmente fatali per i bambini e gli adulti; inoltre la resistenza agli antibiotici di ultima linea compromette l’efficacia di interventi medici salvavita come la terapia oncologica e il trapianto di organi”.

Diventa assolutamente imperativo, dunque, “contenere subito la diffusione di questi
batteri estremamente resistenti, soprattutto se si considera che la pipeline degli antibiotici è sterile, non prevedendo lo sviluppo di nuovi antibiotici, e probabilmente rimarrà tale per anni”.
L’Ecdc ricorda quindi acquisizioni ben note ma che è certamente opportuno ricordare: i pazienti infettati da batteri resistenti agli antibiotici sono più propensi a sviluppare complicazioni e presentano un rischio di morte fino a tre volte maggiore a causa dell’infezione. Secondo le stime, se non si prendono provvedimenti il numero complessivo di decessi potrebbe raggiungere i 10 milioni annui entro il 2050, con gravi problemi per il funzionamento dei sistemi sanitari e  costi elevatissimi per la società e i bilanci di ogni Paese.

L’Ecdc fa riferimento a risultati che indicano un’elevata probabilità di ulteriore diffusione di enterobatteri resistenti ai carbapenemi (Cre) nell’Unione europea/Spazio economico europeo, sia in ambito ospedaliero sia nella comunità. Una tendenza preoccupante, perché le infezioni da Cre sono collegate a un’elevata mortalità e – sebbene siano disponibili diversi nuovi antibiotic i-  le opzioni di trattamento rimangono complessivamente limitate.
Tuttavia, un’azione immediata è essenziale per controllare questo problema e proteggere i pazienti da infezioni che stanno diventando sempre più difficili da curare” afferma Piotr Kramarz (nella foto), chief scientist dell’Ecdc.
Sebbene le misure di prevenzione e controllo delle infezioni (Ipc) siano essenziali per affrontare la diffusione di Cre, la loro implementazione in molti ospedali è sub-ottimale e insufficiente per ottenere un controllo duraturo dei lignaggi ad alto rischio di K. pneumoniae e di altri enterobatteri resistenti ai carbapenemi. Sono pertanto urgentemente necessari sforzi potenziati e coordinati in tutti i Paesi Ue/See per affrontare la diffusione inter-ospedaliera e interregionale di Cre.

L’Ecdc rivolge quindi ai Paesi Ue/See una serie di raccomandazioni:

♦ rafforzare il coordinamento nazionale delle misure di controllo tra ospedali e regioni e supportare gli ospedali nell’implementazione di tali misure. Se non è già in atto, dovrebbe essere istituito un team di gestione nazionale multidisciplinare dedicato al livello nazionale appropriato e dovrebbe essere stabilito un piano d’azione Cre, che delinei obiettivi, azioni, tempistiche e budget, e includa una regolare rendicontazione pubblica sui progressi.

♦ Implementare misure Ipc potenziate negli ospedali per interrompere la trasmissione di K. pneumoniae resistente ai carbapenemi e di altri Cre, incluso l’isolamento preventivo e lo screening dei pazienti per portatori asintomatici di Cre al momento del ricovero ospedaliero, in base alla loro storia di ospedalizzazione nei 12 mesi precedenti.

♦ Applicare la gestione antimicrobica per preservare l’efficacia dei carbapenemi e degli antimicrobici di recente approvazione. Ciò include linee guida nazionali per il trattamento delle infezioni da Cre e verifiche della loro implementazione.

♦ Rafforzare la sorveglianza, incluso il sequenziamento dell’intero genoma quasi in tempo reale per supportare il rilevamento di focolai di Cre, fonti e modelli di trasmissione. Questo approccio supporta anche il rilevamento precoce della diffusione di E. coli resistente ai carbapenemi nella comunità.

♦ Fornire un’adeguata capacità di laboratorio per il rapido rilevamento e caratterizzazione di Cre, inclusi test di sensibilità antimicrobica e identificazione di geni carbapenemasi per l’uso mirato di antimicrobici di recente approvazione.

♦ Rafforzare l’innovazione e l’accesso agli antimicrobici indicati contro le infezioni da Cre.

L’Ecdc invita tutti i Paesi Ue/See e gli ospedali a intensificare i loro sforzi per affrontare questa situazione epidemiologica in deterioramento, mitigare l’elevato rischio di ulteriore diffusione di Cre e, in ultima analisi, proteggere pazienti e comunità.

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