Roma, 11 febbraio – Le malattie cardiovascolari, che includono le malattie ischemiche del cuore, le malattie cerebrovascolari e le altre malattie del cuore, rappresentano la prima causa di morte in Italia (30,8% di tutti i decessi nel 2021, ultimo dato di mortalità disponibile) con 217 mila decessi. I morti per le malattie ischemiche del cuore e per le malattie cerebrovascolari sono, rispettivamente, il 27,3% e il 24,7% del totale dei decessi dovuti alle malattie del sistema circolatorio.
Bastano questi dati dell’Iss per valutare il peso devastante di queste patologie e comprendere la necessità di politiche per contrastarne l’insorgenza, operando soprattutto sul terreno che – al riguardo – può garantire i migliori risultati, quello della prevenzione. Ed è proprio in quest’ambito che si colloca il documento Inquinamento dell’aria e malattie cardiovascolari, elaborato dall’Alleanza italiana per le malattie cardio-cerebrovascolari, patto volontario sottoscritto tra ministero della Salute, società scientifiche, associazioni dei pazienti e altri enti operanti nel settore per la prevenzione e il contrasto delle patologie cardio e cerebrovascolari.
Il documento, appena reso disponibile online, mira infatti ad analizzare gli aspetti principali delle relazioni tra inquinamento dell’aria e malattie cardiovascolari alla luce delle più recenti acquisizioni sui principali meccanismi che collegano l’air pollution al danno cardiovascolare, fornendo al contempo suggerimenti per mitigare il rischio cardiovascolare e ridurre i correlati eventi patologici nonché informazioni per accrescere la consapevolezza di cittadini, operatori sanitari e decisori politici sulla tematica.
L’inquinamento dell’aria costituisce, infatti, un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari molto importante, ma che finora non è stato sufficientemente preso in considerazione sia nelle principali linee guida internazionali sulla prevenzione cardiovascolare, sia nei programmi sviluppati al fine di ridurre le malattie cardiovascolari e le loro pesanti conseguenze sulla salute pubblica e sui servizi sanitari.
Sebbene il nostro Paese non figuri tra quelli con i maggiori livelli di eventi cardiovascolari legati all’inquinamento dell’aria, secondo l’indagine del Global burden of diseases che ha stimato a livello globale circa 9 milioni di morti attribuibili agli effetti della air pollution di cui circa il 60% riconducibili a cause di morte cardiovascolare (circa 32% cardiopatia ischemica e 28% ictus), è necessario affrontare il problema, anche in considerazione delle stime crescenti di inquinamento riportate soprattutto in alcune aree geografiche e alle modificazioni climatiche che possono rappresentare un fattore determinante dell’accumulo di sostanze inquinanti nell’ambiente.