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mercoledì 19 Marzo 2025
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Studio USA registra un potenziale nesso tra uso di semaglutide&co e problemi alla vista

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Roma, 11 febbraio – Da quando sono apparsi con gran successo sulla scena farmaceutica, non c’è praticamente giorno che  gli ormai popolarissimi farmaci anti-diabete dimagranti (agonisti del Glp-1) non facciano parlare di sé, sia in termini medici, scientifici e sanitari, sulla spinta degli studi sempre più numerosi effettuati sulla loro azione, sia per le loro performance a dir poco mirabolanti sui mercati finanziari.

Proprio dalla messe di studi dedicati a semaglutide&co, arriva la notizia di una possibile complicanza ancora al vaglio degli esperti: secondo le conclusioni di uno studio retrospettivo pubblicato a fine gennaio su Jama Ophthalmology, una piccola percentuale di pazienti che assumono questi farmaci ha avuto problemi alla vista, senza che però sia stato stabilito un nesso causale diretto con il loro impiego.

Il lavoro, uno dei tanti che hanno documentato il fenomeno, si è concentrato su 9 pazienti che avevano manifestato difficoltà visive durante l’uso di semaglutide e tirzepatide. Diversi hanno presentato una condizione medica chiamata neuropatia ottica ischemica anteriore non arteritica (Naion),  malattia non infiammatoria dei piccoli vasi sanguigni nella porzione anteriore del nervo ottico che si verifica quando l’afflusso di sangue al nervo ottico è insufficiente, danneggiando il nervo e causando una perdita parziale improvvisa della vista che di solito è permanente.

Il recente studio Jama è nato quando l’autore senior Bradley J. Katz (nella foto), del John A. Moran Eye Center all’University of Utah Health, ha visto un paziente che aveva subito una perdita improvvisa e indolore della vista dopo aver iniziato a prendere semaglutide. Il paziente aveva smesso di usare il medicinale per un breve periodo, ma poi aveva avuto la stessa cosa nell’altro occhio quando l’internista gli aveva rimesso il farmaco.

Ciò ha spinto Katz a postare una domanda su una mailing list nazionale di neuro-oftalmologia per vedere se i colleghi avessero osservato cose simili nei loro pazienti. I 9 casi descritti nell’articolo sono il risultato del feedback ricevuto da Katz dai colleghi. “Stiamo cercando di chiarire se assumere questi farmaci può aumentare il rischio” afferma Norah S. Lincoff (nella foto), coautrice del documento e docente di neurologia alla Jacobs School of Medicine and Biomedical Sciences dell’Università di Buffalo.

Sette dei 9 pazienti protagonisti dello studio avevano una presentazione simile alla Naion, un altro aveva un’infiammazione della testa del nervo ottico; e uno una maculopatia acuta media para-centrale, che può causare un punto cieco nella vista. Alcuni dei pazienti avevano sintomi atipici. Ad esempio, mentre la Naion si presenta quasi sempre solo in un occhio alla volta, alcuni la presentavano in entrambi gli occhi contemporaneamente. In precedenza, ricordano gli autori, anche altre classi di farmaci, tra cui quelli per il trattamento della disfunzione erettile e un farmaco anti-aritmico, erano state associate a Naion. Sebbene i resoconti di pazienti che assumono semaglutide e tirzepatide con problemi alla vista siano ancora rari, “ci sono preoccupazioni”, affermano gli autori, “perché la domanda di questi farmaci sta salendo alle stelle”.

Ai pazienti osservati nello studio, tutti tra i 50 e i 60 anni, sono stati prescritti in primo luogo perché soffrono di diabete o obesità, nonché di altre co-morbilità cardiovascolari, che possono di per sé causare retinopatia diabetica, offuscamento della vista o altri problemi oculari. La rapida riduzione dei livelli di glucosio nel sangue, fanno notare poi gli esperti, che è l’obiettivo di questi farmaci, potrebbe esporre questi pazienti a un rischio più elevato. “Il messaggio al paziente è che stiamo ancora indagando se questi farmaci li espongano a un rischio maggiore di danno ischemico al nervo ottico” conclude Lincoff. “Il messaggio al medico di base è che se un paziente che assume uno di questi farmaci ti chiama e dice che ha offuscamento o perdita della vista, va fatto vedere da un oculista il prima possibile. Non aspettare. Forse è una fluttuazione del glucosio o potrebbe essere qualcosa di più serio“.

Gli autori si stanno unendo all’Accademia americana di oftalmologia nel raccomandare un’indagine post-marketing per valutare con maggiore accuratezza il numero di pazienti trattati con questi farmaci che manifestano una reazione oculare avversa.

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