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mercoledì 19 Marzo 2025
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Farmacista prescrittore, survey di UniTo: “Ci sono ostacoli, ma ipotesi percorribile”

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Roma, 14 febbraio – Lo studio, fresco di pubblicazione su J Pharm Policy Pract, indaga un tema di stringente attualità, ovvero l’introduzione nel sistema di salute italiano della figura del farmacista prescrittore (già prevista in alcuni Paesi), preoccupandosi soprattutto di registrare le opinioni e le valutazioni al riguardo degli stessi farmacisti, dei medici e dei pazienti.

A condurlo sono stati Francesca Baratta (che ne è stata anche la coordinatrice, nella foto) Irene Pignata, Lorenzo Ravetto Enri e Paola Brusa del Dipartimento di Scienza e Tecnologia del farmaco dell’Università di Torino, con l’obiettivo di approfondire un’ipotesi potenzialmente molto funzionale allo sviluppo della sanità di prossimità (traguardo fortemente perseguito dallo stesso Pnrr) e perfettamente coerente con  la prospettiva della “farmacia dei servizi” da tempo in fase di sperimentazione.

Lo studio torinese parte dall’osservazione che in molti Paesi in Europa e nel mondo, ai farmacisti è consentito prescrivere o modificare terapie, facoltà che in Italia è invece appannaggio di due sole professioni, i medici e i veterinari. Estendere la possibilità di prescrivere anche al farmacista, soprattutto alla luce delle criticità che il Ssn è costretto ad affrontare per la carenza di operatori sanitari, potrebbe però essere una scelta di grande rilievo.

I ricercatori torinesi hanno appunto voluto registrare e approfondire il pensiero e le valutazioni al riguardo dei diretti interessati, lanciando una survey sul ruolo del farmacista prescrittore tra i più diretti interessati, ovvero gli stessi farmacisti, i medici di famiglia e utenti di farmacia nel Nord-Ovest dell’Italia. L’indagine è stata condotta tramite interviste effettuate utilizzando questionari specifici per ciascuna delle categorie interpellate.

Sono stati intervistati 234 farmacisti, equamente divisi tra titolari e collaboratori, 926 utenti e 9 medici di famiglia e i risultati si sono in buona sostanza rivelati in linea con le attese, con la maggior parte dei farmacisti (83%) e degli utenti (97%) favorevole all’introduzione della figura del  farmacista prescrittore e i medici, invece, molto più “tiepidi” rispetto alla prospettiva.

In cambio dell’assunzione di una maggiore responsabilità, i farmacisti hanno sottolineato  la necessità sia di definire norme di legge appropriate per regolare e tutelare la nuova funzione (45%) sia di sostenerla attraverso un’adeguata formazione aggiuntiva (39%). Decisamente in secondo piano, anche se presente, la richiesta di un’adeguata remunerazione (avanzata da poco meno del 13% dei farmacisti intervistati). In ordine alle motivazioni a sostegno della concessione della facoltà di prescrizione, i tre quarti dei farmacisti hanno risposto che consentirebbe di rispondere con la massima tempestività alle necessità di cura per patologie o disturbi minori, mentre il 64% ha indicato la prevenzione di un’automedicazione inappropriata da parte dei pazienti. Più dei tre quarti dei farmacisti ritengono che la possibilità di prescrivere, alla luce della distribuzione capillare delle farmacie sul territorio, si tradurrebbe in un vantaggio per i cittadini. La quasi totalità, inoltre, si è detto favorevole alla collaborazione con i medici di base nella creazione di team di gestione clinica e quasi il 73% non avrebbe problemi nel prescrivere terapie già avviate e autorizzate dal medico.

Oltre tre quarti dei farmacisti e dei medici di famiglia ritengono che la procedura di prescrizione del farmacista più idonea sarebbe quella all’interno di un piano di gestione clinica. Per contro, i medici di famiglia – confermando le loro riserve nei confronti del farmacista prescrittore – si sono dimostrati realmente aperti a un cambiamento nei confronti di un’unica fattispecie, quella del rinnovo di una prescrizione.

Lo studio, osservano gli autori, evidenzia il fatto che sia i farmacisti sia gli utenti della farmacia tendono a essere favorevoli all’introduzione della figura del farmacista prescrittore in Italia. Molti ostacoli restano ancora da superare ma, sulla base delle procedure già sperimentate in altri Paesi europei e nel mondo, si può ipotizzare un percorso che porti all’introduzione della figura del farmacista prescrittore.

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