Roma, 9 dicembre – A volte una piccola notizia di cronaca, per insignificante che possa apparire a prima vista, racconta realtà che sfuggono a molti, e non perché restano nascoste, ma proprio per il loro eccesso di evidenza. È il caso di una breve di cronaca, confinata negli anfratti dei siti di informazione locali (ma ne ha riferito anche l’agenzia Agenparl), relativa a un fatto avvenuto sabato 6 dicembre in un centro della Val Nure, valle appenninica in provincia di Piacenza al confine con la Liguria. In questa zona che gode tra gli appassionati di una meritata fama per la sua ricchezza di laghetti e cascate, borghi medievali e castelli e una gastronomia molto apprezzata dove regnano i mai troppo celebrati salumi piacentini, i funghi e i tartufi, un 94enne alla guida della sua auto – a dispetto della venusta età – ha perso l’orientamento e, dopo aver girato un po’ a vuoto, non riuscendo a ritrovare la strada per tornare a casa ha pensato bene di cercare riparo in una farmacia a Montale, dove (forse con un po’ di comprensibile imbarazzo per la piccola disavventura occorsagli) ha chiesto aiuto per ritrovare la corretta strada del ritorno.
Accolto e ospitato al caldo con estrema disponibilità e cordialità dai professionisti della farmacia, l’uomo è stato subito raggiunto da una pattuglia della polizia locale, accompagnata per ogni evenienza da un’ambulanza (della quale, per quanto viene riferito dalle cronache, non vi è fortunatamente stato alcun bisogno).
Gli agenti della municipale, oltre a tranquillizzare ulteriormente l’uomo, si sono subito attivati per contattare i familiari, trovando l’immediata collaborazione dei carabinieri della stazione di Ponte dell’Olio, subito pronti a recarsi presso l’abitazione dell’anziano signore e ad allertare i parenti, che lo hanno poi raggiunto e “recuperato”.
Un fatto semplice e di ordinaria amministrazione, che però merita di essere segnalato perché racconta – con un’efficacia che non potrà mai raggiungere il più magniloquente discorso di un rappresentante di categoria – che cosa sia davvero la “prossimità” della farmacia e, ancora di più, che cosa essa sia rappresenti per tutte le persone, nel loro intimo più profondo: un presidio “familiare”, pezzo di tessuto connettivo vitale di ogni comunità, grande o piccola che sia, attento ai bisogni e all’ascolto di chiunque ne varchi la porta sempre aperta, dove si può entrare senza nemmeno chiedere permesso, ed è la differenza sostanziale con altri presidi.
Potrà sembrare una considerazione banale, e magari anche retorica e interessata. Invece è soltanto la piccola sottolineatura di un dato di realtà, senza alcun altra intenzione che quella di ricordarla, perché (come già detto) a furia di averla sotto gli occhi quasi non la si vede più. E a volte, come nel caso dell’ultra-novantenne piacentino, bisogna perdersi, per ritrovare significati che raccontano le cose per quelle che sono e danno senso alle parole civiltà e umanità.


